Giorno della memoria per le vittime sudiste dell’Unità

Caserta 29 agosto 2017 – La proposta del Movimento 5Stelle, approvata dal Consiglio regionale pugliese e dal presidente della Giunta Michele Emiliano, sull’istituzione – il 13 febbraio – di “Una giornata in memoria” delle centinaia di migliaia di vittime sudiste uccise nell’Ottocento, durante l’invasione dell’esercito garibaldese prima e tosco – padano dopo, per annettere il regno delle Due Sicilie al Nord savojardo , ha fatto emergere prese di posizione ostili, anacronistiche, che mostrano una chiusura ottusa al dibattito scientifico, alla ricerca culturale, con posizioni che non tengono conto di quanto la guerra scatenata  nella Bassa Italia da parte dei Sabaudi abbia compromesso nei territori che furono del Borbone, per le modalità con le quali è stata fatta dal punto di vista politico, economico, sociale e per la grande emorragia di capitale umano che seguì con l’emigrazione di milioni di meridionali nelle Americhe e nel resto del mondo, senza dimenticare appunto i tanti cittadini uccisi in nome di chissà quale fratellanza Pontelandolfo, Scurcola, Montefalcione, Bronte, Pietrarsa, Fagnano Castello,Casalduni, Fragneto Monforte, Castellammare del Golfo, Tagliacozzo, Melfi, Palata, Gioia del Colle rimangono immagini vivide, ferite ancora aperte  del massacro di cui stiamo trattando. Sono dati noti e scontati in sede storica. L’unità d’Italia al di là dello schieramento ideologico tra borboniani e giacobini, è stata una iattura agevolata da potenze straniere, Inghilterra e Francia su tutti. Per non parlare delle stragi dei soldati napoletani, a Gaeta, a Messina, a Capua, a Civitella del Tronto,aggrediti senza una dichiarazione di guerra, dei militari napoletani deportati a Fenestrelle, a San Maurizio Canavese, a Alessandria, Bergamo, ammazzati dall’Italia e mai riconosciuti come italiani. Giorno della Memoria necessario per scusarsi delle leggi liberticide (una per tutte, la legge Pica), le confische di beni, terreni, fabbriche, il furto della riserva aurea del Banco di Napoli e di Sicilia,lo smantellamento di Mongiana, San Leucio, dei cantieri di Castellammare di Stabia, Ferdinandea, l’opificio di Pietrarsa. E’ tutto documentato dagli studi di un numero nutrito di storici. La vicepresidente della International Gramsci society, Lea Durante (Dio ci scampi e liberi!),  prima firmataria di una petizione che chiede di non istituire la giornata della memoria, probabilmente neanche è a conoscenza di quel che disse  Antonio Gramsci in merito alle modalità dell’unità d’Italia. Per i pochi come lei ancora digiuni di notizie in merito citiamo il suo famoso articolo del 1920: “Lo Stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole squartando, fucilando e seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono di infamare chiamandoli briganti”. Dopo l’intellettuale sardo, hanno detto la loro vari storici e studiosi lontani da consorterie, di provenienza e orientamenti varii come Carlo Alianello, Nicola Zitara, , Gaetano Marabello, Silvio Vitale, Fulvio Izzo, Francesco Agnoli, Luciano Salera, Gennaro De Crescenzo, Angela Pellicciari, Michele Topa, Erminio Di Biase, Lorenzo del Boca, Gigi Di Fiore, Pino Aprile, Lino Patruno, Fiore Marro, Giordamo Bruno Guerri,  e tanti altri, consigliamo quindi a questa insegnante,  che si ostina a fare fronte che “ la ricerca storico-scientifica non aderisce all’interpretazione di conquista del Sud da parte dei Savoia” come riporta nella sua  ignobile, risibile e vergognosa petizione, di rivolgersi presso  la prima biblioteca che ha a portata di mano, per un aggiornamento, a questo punto davvero necessario per lei,  ma soprattutto per la tranquillità di un intero popolo, che aspetta ancora come scrisse il buon de Christen :  “Vinto oggi, non avrò pè miei vincitori amare parole, ma, un giorno noi ci ritroveremo faccia a faccia; poiché conservando in fondo all’anima tutte le mie convinzioni, attendo con fede l”ora della giustizia”. Lo stesso storico inglese Denis Mack Smith, morto di recente, in alcuni libri su Cavour e Garbaldi ha chiarito molto bene l’operato di questi “padri della patria”. Analoga operazione quella degli inglesi Clark e Duggan.
La giornata della memoria è necessaria per ricordare i duosiciliani trucidati che combatterono per il Sud, e per dare il via a una serie di iniziative culturali sul Sud e l’Unità d’Italia, non certo per il piacere dei Borbonici. Il revisionismo è il sale della ricerca e della storia: rileggere fatti storici sulla base di nuovi elementi, di documenti incontrovertibili, è un fatto positivo, di crescita culturale e sociale. Invece, assumere atteggiamenti negazionisti, negare l’evidenza, le prove, i documenti, quello che è successo nell’Ottocento ha il solo scopo di confermare una visione della storia falsa o inesatta, traviante e squilibrata tutta a favore dei Piemontesi .

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