L’Italia e le sue verminose camarille
Si racconta, ho letto da qualche parte ultimamente, che durante il fascismo, un autorevole personaggio siciliano scrisse a Mussolini che per stroncare questo formidabile centro di infezione (la Mafia) bisognava spezzare “le losche combriccole e le verminose camarille”.
“Una camarilla è un gruppo di persone che esercita un’ influenza su esponenti politici e che la usa per scopi di vantaggio personale. Per molti aspetti si tratta di un concetto assimilabile a quello di una lobby, sebbene se ne distingua per la prevalenza di un fattore comune più prettamente politico, che lega fra loro gli aderenti, anziché economico. Il termine deriva dalla lingua spagnola, in cui indica una piccola camera ed è usato sia nell’accezione di piccolo parlamento sia per indicare il vano adibito a studiolo di un re (in questo senso, a indicarne la frequentazione) ma io direi anche di un Ministro, o di un Capo di Dipartimento. Questo termine si diffuse in Italia per riferirsi ai molti interessati ad orientare le sorti del Regno delle Due Sicilie.”
Ancora oggi viene utilizzato per indicare presunti ufficiosi raggruppamenti di occulta influenza politica.
In effetti come definire quei gruppetti politici che sul piano del consenso politico su scala nazionale contano ben poco non riuscendo nemmeno ad entrare in Parlamento, e quelle associazioni il cui scopo è quello di garantire chi si è reso autore di efferati reati?
Quei gruppuscoli politici che hanno libero accesso alle stanze dei Dipartimenti, vietati ai comuni mortali e che riescono a farsi temere, e pertanto ad agire indisturbati in lungo e in largo per il Paese, con il ricatto delle denunce a destra e a manca, o con il timore della presentazione di interrogazioni parlamentari.
Di recente, queste camarille, sono tornate in auge, sbattendosi come mostri a tre teste ( politica – economia – massoneria), per difendere il solco della menzogna, del ladrocinio, del mendacio, del caporalato, che i loro predecessori hanno scavato attorno al mondo che ci circonda, servirebbe una Maria per schiacciare questa bestia a tre teste, ma purtroppo all’orizzonte non si scorgono né Maria, né Michele Arcangelo, solo qualche urlatore, che si ripropone a tema, una volta con un VFday, un’altra con un falso celodurismo, per non parlare di qualche Forcone che in vita sua manco la vanga a mai preso. Senza depressione alcuna diciamo che se tutto va bene siamo rovinati.
Purtroppo una sorta di “verminosa camarilla” si sta raccogliendo anche attorno al cosmo borboniano, si sa che queste faccende, a furia di riscontrarle diventano consuetudine.
A chi tocca non si ingrugni.