Le Isole di calore
Le conseguenze del riscaldamento globale sono ovunque intorno a noi ben visibili. Infatti secondo un nuovo studio, nelle grandi città surriscaldate l’aumento delle temperature avrà effetti due volte più gravi. Il responsabile è l’effetto “isola di calore”, il fenomeno per il quale nelle zone cittadine si crea un microclima più caldo rispetto alle aree circostanti. È ciò che succede quando gli alberi, i corsi d’acqua e le superfici naturali vengono “soffocate” dall’asfalto e dal cemento, veri e propri magazzini di calore sui quali corrono le automobili e si riversano i condizionatori. Per la prima volta un gruppo di scienziati ha quantificato gli effetti combinati del cambiamento climatico locale e di quello globale non sull’ambiente ma sulle economie urbane. In termini di prodotto interno lordo. I ricercatori hanno condotto un’analisi costi-benefici sulle iniziative locali per combattere le isole di calore urbane, come pavimentazioni progettate per riflettere la luce solare e assorbire meno calore, le tecnologie cool roof o i tetti verdi (coperti di vegetazione), ma anche azioni più naturali come piantare nuovi alberi in città. Cambiando anche solo il 20% dei tetti e delle pavimentazioni di una città, da magazzini di calore a strutture “fredde”, si potrebbe risparmiare fino a 12 volte quanto si è speso per installarli e per la loro manutenzione. Le temperature crollerebbero di 0.8 gradi, secondo lo studio. Sulle pagine di Nature Climate Change i ricercatori hanno pubblicato i dati dell’analisi di quasi 1.700 città e mostrano che tenendo in considerazione le isole di calore, nelle previsioni per il futuro, il costo economico per le città sale alle stelle. Nei casi peggiori, le perdite sarebbero di quasi l’11% del PIL, contro una media globale del 5,6%. Inoltre anche su gli stessi lavoratori ricadrebbero le conseguenze in quanto diventano meno produttivi con l’aumento delle temperature. Per cui bisognerebbe adottare delle strategie a misura di città dove si avrebbero benefici economici misurabili. Secondo lo scienziato e i colleghi, nel contrastare il riscaldamento globale ci stiamo concentrando su scala planetaria a spese delle azioni locali, sottovalutate anche se sono altrettanto, se non più, importanti. Mentre la temperatura aumenta gli effetti sull’economia crescono con lei: si usa più energia per il raffreddamento, crescono i livelli di inquinamento nell’aria e diminuisce la qualità dell’acqua. Le città coprono l’1% della superficie globale ma producono circa l’80% del PML (prodotto mondiale lordo) e consumano il 78% dell’energia. Come se non bastasse, più di un essere umano su due oggi chiama casa una città.