L’Antigone catalana
La tragedia greca è da sempre una fonte d’ispirazione in ogni epoca storica; i suoi messaggi, a distanza di millenni, risultano sempre attuali e concreti. L’opera che forse più di tutte rappresenta la tensione narrativa e stilistica della tragedia è l’Antigone di Sofocle, che narra della giovane fanciulla di Tebe costretta ad una snervante ed irrisolvibile contesa tra le leggi dello Stato e le leggi naturali e passionali dell’uomo. La diatriba tra Antigone e suo zio Creonte non avrà una fine, ma è destinata a perdurare nei secoli, perché, come disse anche il filosofo Hegel, le posizioni di entrambi risultano essere corrette e sbagliate nello stesso tempo. Ma le figure di Antigone e Creonte non si riducono all’opera di Sofocle: come la giovane ragazza di Tebe rappresenta coloro che in nome dei propri valori combattono fino alla fine, così Creonte rappresenta lo Stato di diritto che impone le proprie leggi per frenare il caos. In questi giorni l’attenzione del mondo è sulla Catalogna e sul suo referendum indipendentista. Antigone è catalana: rappresenta la voce di un popolo che ha chiesto l’indipendenza in nome dei propri valori, della propria lingua, della propria cultura. Creonte è spagnolo: rappresenta lo Stato che in nome della sua Costituzione non riconosce un referendum che ritiene illegale. Nella tragedia di Sofocle la vicenda si conclude nel peggior dei modi: senza un dialogo ed un compromesso, Creonte si ritrova ad essere assassino non solo di sua nipote, ma anche di suo figlio e di sua moglie. Il rischio, come nella vicenda di quasi duemila anni fa, è lo stesso: lo spagnolo Creonte, rischia di essere l’assassino della catalana Antigone e dell’unità stessa di un continente in crisi. In un Paese che ha superato una dittatura spietata come quella franchista non si dovrebbero vedere scene di violenza gratuita come quelle di domenica, in cui cittadini inermi sono stati ingiustamente caricati e costretti a non esprimere il proprio diritto a votare. Dal punto di vista legale, il governo spagnolo aveva il diritto di invalidare il referendum: non aveva però quello di generare violenza gratuita e un regime di terrore. Ciò che spaventa di più è il silenzio, la negazione di un evento gravissimo da parte di tutte le istituzioni, dal ministro Rajoy all’Unione Europea. Si rischia inevitabilmente di creare una distanza enorme tra i cittadini, che in quelle istituzioni credono, e le istituzioni stesse. Si rischia in conclusione di uccidere Antigone e di generare un caos inutile e lesivo, che può essere risolto solo con il dialogo.