Il Diario di Anne Frank: un libro da non perdere

Nel corso della nostra vita ci troviamo spesso davanti ad una domanda solita e abitudinaria: esistono dei libri che è necessario leggere per vivere meglio? Le risposte sono varie, ma la maggior parte delle persone dirà quasi sicuramente che è impossibile definire un’eventuale gerarchia all’interno della letteratura, considerando che in ogni libro si nasconde bellezza, importanza, stupore, oltre che a messaggi che difficilmente possono tramontare. Eppure esistono alcuni libri che devono necessariamente essere letti. Uno di questi è certamente il Diario di Anne Frank, pubblicato per la prima volta nel 1947 grazie al lavoro ostinato di suo padre Otto. La concezione più banale che si possa avere su questa lettura è che sia un libro cosiddetto “pesante” e “triste”, concezione influenzata evidentemente dalla triste fine toccata alla ragazzina ebrea, morta nel campo di concentramento di Bergen Belsen nel febbraio 1945. Ma in realtà chi ha avuto la fortuna di leggere il libro della Frank sa che non è così. Il diario è una delle opere più vitali e personali di tutta la letteratura del Novecento. Anne era solo un’adolescente, vissuta nel periodo più brutto della storia umana, in cui lei stessa venne perseguitata, insieme ai suoi cari, solo per la sua religione. Eppure ciò che traspare dalle pagine del diario è ben altro: Anne, pur vivendo nascosta in un alloggio segreto, scrive di se stessa su quelle pagine, dei suoi cambiamenti fisici e caratteriali, delle sue paure e debolezze, della sua forza d’animo, dei suoi sentimenti più profondi e nascosti, dei suoi sogni, ma soprattutto della sua incredibile speranza. In uno dei passaggi più belli del libro, Anne dirà “Non penso a tutta la miseria, ma alla bellezza che ancora rimane”. E’ forse questo l’elemento più importante di tutta l’opera: pensare che una ragazza ebrea, durante un conflitto in cui qualsiasi valore umano è stato calpestato in nome di una ostinata voglia di distruggere, possa anche solo pensare e scrivere una frase del genere. Risulta poi incredibile pensare che una ragazza così giovane possa anche solo credere e scrivere cose di quel genere in maniera così profonda, ma la tempo stesso leggera. Perché dunque questo è uno di quei libri che cambia il nostro modo di intendere la vita? Semplicemente perché ci insegna che, nonostante tutto il male che si cela nel mondo, ciò che resta sempre inalterato è la nostra voglia di lasciarci meravigliare dalla sua bellezza.

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