Una ricchissima “Terra di mezzo”: templi, ciampate, musei e parchi della memoria dell’alto casertan
“Ebbene, cari amici, qui sulle rive del Mare finisce la nostra compagnia nella Terra di Mezzo”. Ricordate questa frase? Evoca nella vostra mente poetiche immagini di luoghi incantati e al contempo di pene, scontri e tragedie? Certo, queste parole sono molto note grazie al successo cinematografico dei libri di J.R.R. Tolkien, il grande linguista e scrittore britannico del Signore degli Anelli, racconto fantasy amato soprattutto dalle giovani generazioni, e, “nel chiuso delle segrete”, anche da tanti adulti che adorano le strane leggende simil celtiche sdogananti ameni paesaggi nel nostro ordinario e grigio mondo d’uffici e fabbriche. Va detto, però, che di terre di mezzo, nella realtà, ve ne sono parecchie, ed una, guarda caso, è nell’alto casertano. Si avete capito bene, non dobbiamo per forza recarci nel mondo fantastico di Arda per vivere un’avventura tra vallate, montagne e rivoli d’acqua che circondano archeologie meravigliose, ma, semplicemente, possiamo visitare alcune importanti realtà di casa nostra. È il bacino dell’alto casertano, una vera terra di mezzo incuneata tra Lazio, Molise e l’ultimo lembo del territorio campano, un crogiuolo di cultura tagliato dalla Via Casilina, guardato a vista dall’imponente vulcano spento di Roccamonfina e contornato dalle importanti alture di Monte Camino, Monte Lungo, Monte Sammucro, Monte San Nicola e tante altre cime di straordinario valore paesaggistico. Questi territori, dove l’enogastronomia è motivo d’orgoglio e annovera prodotti di assoluta eccellenza come le castagne di Roccamonfina, i vini autoctoni (Aglianico, Pallagrello e Falanghina), i formaggi antichi (caciocavallo, caso peruto e il famoso conciato romano) e le tante varianti di miele di montagna, nascondono più o meno gelosamente anche templi, musei e parchi della memoria di straordinario valore culturale i quali, come nell’immaginario mondo di Tolkien, hanno fatto da viva scenografia ad eventi tragici che hanno cambiato il corso della storia del nostro Paese. Proprio in relazione agli eventi bellici dell’ultimo terribile conflitto, la Seconda guerra mondiale, San Pietro Infine e Mignano Monte Lungo possono testimoniare bene la bellezza di un paesaggio che divenne, esattamente come nei libri fantasy, terra di epiche e sanguinose battaglie. Se a Mignano la comunità fu colpita dai bombardamenti e dalla vendicativa ritirata nazista, nel suo centro storico oggi possiamo culturalmente riabbracciare il famoso Castello di Ettore Fieramosca, un bastione imponente appartenuto, proprio in pieno periodo bellico, addirittura ad un discendente della famiglia Guinness, quella della famosa birra irlandese e dell’ancor più noto “Guinness dei primati”, giocosa pratica di scommesse poi trasformata nel conosciuto libro dei record mondiali. Il Castello “Ferramosca”, come veniva chiamata più volgarmente questa famiglia, si ritrovò ad essere addirittura set di un film di propaganda dell’esercito americano, e la sua bellezza, che sta sorgendo prepotente visto il completamento del lungo e necessario restauro cui è stato sottoposto negli ultimi anni, è là pronta per essere visitata grazie all’impegno delle istituzioni locali. Sulle alture di Mignano, poi, è possibile rivivere tutto il phatos dei momenti epici della prima battaglia del ricostituito Esercito italiano, una compagine ricreata dopo il completo disfacimento dei ranghi militari all’annuncio del beffardo armistizio dell’8 settembre 1943. Da Paese oramai perdente, occupato, diviso in due, e con le forze armate strette nella morsa dei nazisti già presenti sul territorio, a Mignano la nostra Italia ritrovò la prima scintilla d’unità e d’intenti attraverso il sangue di coraggiosi ragazzi che, affiancati alla 36ma Divisione “Texas” americana, riuscirono a conquistare il monte e ridare onore ad un intero popolo. Poco più su, però, nella irta frazione di Caspoli, l’attento visitatore può infilarsi nel passato grazie al Museo Historicus, una istituzione culturale locale sorta per far rivivere i momenti della Seconda guerra mondiale grazie ad un attento allestimento che, tra l’altro, concede pure un estemporaneo salto nel periodo dei briganti, memoria distante quasi un secolo dalla seconda tragedia bellica mondiale. Immerso nel verde di un monte magico (altro che Mordor!), il Museo Historicus, riconosciuto dal Mibact come sito di interesse regionale nel 2013, ha sale piene di reperti, divise, foto, armi, effetti personali dei combattenti, una biblioteca consultata da studenti e ricercatori, un angolo che commemora i nostri soldati caduti durante gli attacchi alle postazioni naziste e tanto altro. Un pezzo di storia che viene raccolta e raccontata direttamente in loco e che accoglie, ogni anno, tanti figli e nipoti di quei soldati, di tutti gli schieramenti, che si ritrovarono a combattere una guerra assurda in una terra bellissima. Terra di mezzo, no ?
Ma il tour non termina qui e, prima di andare all’estremo nord di quest’area di grande fascino, torniamo verso sud immergendoci in un estremo passato, quello dell’era tardo repubblicana romana, addirittura tra la fine del II e l’inizio del I secolo a.c., probabilmente nel periodo dei Gracchi, di Silla e delle Guerre Mitridiache, per ricordare la scoperta ed il recupero di una meraviglia antica, ovvero del particolarissimo Teatro Tempio su Monte San Nicola a Pietravairano. Scoperto per caso dall’alto, grazie ad un volo da diporto effettuato nel 2001 dal prof. Nicolino Lombardi, il tempio, oramai ampiamente restaurato e visitabile grazie alla tenacia dell’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Francesco Zarone, e alla cura culturale del prof. Giuseppe Angelone, sorge sulla cresta del Monte San Nicola in un terrazzamento che si orienta verso Baia e Latina, Pietramelara, Alife e Roccaromana, controllando visivamente un territorio vastissimo quasi come una guardia sacra o un portale di confine. Ancora una volta un bene archeologico stupendo si mostra orgogliosamente al mondo culturale nazionale, ottenendo numerosissimi riscontri con turisti assistiti da un ben organizzato Info Point sul territorio urbano. Ma l’antica Roma è poco leggendaria se consideriamo l’ancestrale lotta per la sopravvivenza dei nostri primi avi. A Tora e Piccilli, proprio nelle vicinanze del vulcano spento di Roccamonfina, oggi sicuramente più nota per le paradisiache castagne, Tolkien non potrebbe altro che sospirare e iniziare ad inventare un nuovo capitolo della sua storia fantastica ispirato dalle “Ciampate del diavolo”, le spettacolari orme/impronte umane fossili scoperte, diciamo in modo istituzionale e scientifico, nel 2003 e ritenute dalla tradizione popolare, credo anche giustamente, opera del diavolo, unico essere in grado di lasciare impronte sulla lava di un vulcano attivissimo nella preistoria. Un sito che dal 2007 è finalmente visitabile, ovviamente sotto l’occhio vigile di guide esperte, e mostra qualcosa che definire leggendario è riduttivo. Orme di 25 cm impresse probabilmente dai piedi di tre ominidi che scendevano, chissà per quale motivo, sul fronte di una colata lavica ancora non indurita e poi fortunatamente ricoperta da un nuovo strato che ha preservato, per più di 350.000 anni, questa straordinaria testimonianza di vita preistorica.
Concludiamo questo giro virtuale ritornando all’estremo nord della provincia, nel cuore di una terra che fu protagonista di tragedie indescrivibili durante la World War II: il Parco della memoria di San Pietro Infine. Più di ogni altro luogo dell’alto casertano, purtroppo, questo antico centro urbano può essere realmente accostato alle guerre della Terra di mezzo di Tolkien. Un luogo ameno trasformato in città fantasma dai tremendi bombardamenti, dagli assalti, dall’artiglieria, da quei mostri voraci sputa fuoco che, tanto graditi nei film e durante la lettura, nella realtà rendono aride le terre vive come ricordato oggi dal Parco della Memoria di San Pietro Infine. La cittadina, totalmente spazzata via dalla guerra, nonostante i tentativi di rianimarla anche grazie alla ricostruzione di asilo e chiesa, e all’attenzione dell’industria cinematografica nazionale, che nel ’59 vi girò addirittura alcune scene di un film del maestro Mario Monicelli (La grande guerra con A.Sordi e V.Gassman), fu abbandonata e ricostruita più a valle lasciando inalterata la mostruosa testimonianza di questa moderna Pompei del ‘900. Ma la voglia di riscatto di una comunità tanto colpita dalla guerra ha permesso la costituzione di un Parco della Memoria, di un bene culturale nazionale che non ha consegnato all’oblio del tempo le spoglie di quel corpo in pietra tanto bello quanto orrendamente mutilato, ma piuttosto ne ha sollevato le sorti ad esempio, a monumento che ricorda come preservare la vita mostrando la morte, proprio come le favole insegnano ai nostri bimbi che il male esiste ma può essere sconfitto. Il progetto, ideato e realizzato da Carlo Rambaldi in un vecchio frantoio restaurato dall’Amministrazione comunale, offre agli ospiti un emozionante percorso di visita dinamico, coinvolgente, sensoriale, il quale include anche l’importante film documentario “The Battle of San Pietro” del regista americano John Huston, una cruda testimonianza dell’unico vero volto della guerra: la morte.
Prima di ritornare a regalare i dvd del Signore degli anelli, o, sicuramente meglio, i libri di Tolkien, vi invito a donarvi, e donare ai vostri figli, una bella escursione nella nostra vera Terra di mezzo. Mettevi in auto e andate a rivivere la storia non dei troll e degli hobbit, ma della nostra gente immersa in un vero paradiso trasformato, in passato, in un inferno. Potrete così epicamente rivivere esplosioni vulcaniche, raccogliere leggende, allargare le braccia al cielo in un vero tempio, ricordare tremende battaglie del ‘900, visitare musei di guerra, bere e gozzovigliare da re, ed entrare anche in un paese fantasma. Non lasciate tutto all’immaginazione. Queste cose le potete vivere realmente.
«un articolo per istruirli, un articolo per incentivarli, un articolo per incuriosirli tutti e nella cultura incatenarli. Nella Terra di Mezzo dell’alto casertano, dove l'Ombra cupa non scende mai e tutto è sole e storia dovrete andare a trovarli».
Scusate non ho resistito! Buona escursione a tutti!