Oltre 200 morti per l’attentato a Mogadiscio
Sale, a 215 morti e oltre 200 feriti, il bilancio dell’attentato di sabato a Mogadiscio. Tra le vittime, quattro volontari della Mezzaluna Rossa somala, mentre altri di loro risultano dispersi. A riferirlo fonti mediche della capitale. L’esplosione è avvenuta intorno alle 14.40 italiane, nei pressi del ministero degli Esteri e del Safari Hotel che, in parte, è andato distrutto. La polizia stava seguendo il mezzo, perché ritenuto “sospetto”. Testimoni hanno riferito che la deflagrazione “è stata la più forte mai sentita, in anni recenti, a Mogadiscio» e che la strada in quel momento era molto affollata.
Il capitano Mohamed Hussein ha affermato che il camion-bomba era pieno di esplosivo e avrebbe dovuto colpire un albergo nel distretto di Hodan, zona sede di molti uffici pubblici, tra cui il Ministero degli Esteri, ristoranti, negozi e hotel.
I medici lottano per assistere i feriti, molti dei quali hanno riportato ustioni talmente gravi da essere irriconoscibili. Molte persone vagano tra i detriti degli edifici distrutti. Si teme che il numero delle vittime possa salire ancora. Il presidente, Mohamed Abdullahi Mohamed, ha proclamato tre giorni di lutto e si è unito al coro delle voci per chiedere di donare il sangue.
“In 10 anni di esperienza, nel nostro lavoro, è la prima volta che assistiamo a una cosa del genere”, scrive in un tweet il Centro Aamin Ambulance, che assiste i feriti.
Il governo somalo ha attributo la strage al gruppo estremista di al-Shaabab, definendola “un disastro nazionale”. Ma i fondamentalisti, spesso responsabili di attentati nella capitale, non hanno ancora rivendicato.