Sotto un cielo di numeri e segni
“Sotto un cielo di numeri e segni”: questo il titolo dell’importante evento tenutosi martedì 10 ottobre alle ore 17.30 nella Sala Conferenze del Centro dei Servizi sociali e culturali S. Agostino di Caserta in collaborazione con “La Casa della poesia di Como”.
Un convegno singolare, introdotto dall’assessore alla cultura, prof. ssa Daniela Borrelli e moderato dalla Dirigente Scolastica Antonella Serpico, in cui hanno dialogato poesia e scienza ad opera dei poeti Bruno Galluccio e Laura Garavaglia che attraverso la presentazione di La misura dello zero (Einaudi, 2015) e di Numeri e stelle (Ulivo, 2015) hanno affrontato il non usuale rapporto fra poesia e fisica, due mondi caratterizzati invece da una straordinaria complementarietà.
Bruno Galluccio è nato a Napoli dove vive, laureato in fisica ed esperto di cibernetica, ha lavorato in un'azienda tecnologica occupandosi di telecomunicazioni e sistemi spaziali. Il suo primo libro di poesia, Verticali, è uscito per Einaudi nel 2009. Ha ricevuto il Premio Montale nel 2002, il Premio Lorenzo Montano nel 2003 e il Premio Pisa nel 2009.
Per l’autore, il linguaggio scientifico e quello poetico sono strettamente connessi in quanto contraddistinti da regole e codici comuni.
Laura Garavaglia, milanese di nascita, è attualmente curatrice del Festival Internazionale di Poesia Europa in versi al quale prendono parte i maggiori poeti contemporanei a livello europeo e internazionale, oltre a musicisti, intellettuali e rappresentanti del mondo della scienza.
Collabora all’organizzazione del Festival Letterario “Parolario” per la sezione dedicata alla poesia e alla mostra Internazionale di Arte Contemporanea Miniartextil che si svolgono ogni anno a Como. Ha partecipato a festival internazionali di poesia in Danimarca, Romania, Macedonia, Turchia, Giappone e ha pubblicato diverse raccolte di poesia: “Frammenti di vita” (Il Filo, 2009), “Farfalle e pietre” (Lietocolle, 2010), “La simmetria del gheriglio”(Stampa, 2013) “Correnti ascensionali“ (CFR, 2013), “Duet of Stars”, JUNPA, 2015. Le sue poesie sono state tradotte in inglese, spagnolo, rumeno, albanese, turco, giapponese e cinese.
Secondo l’autrice, che si definisce una “scrittrice di versi”, la poesia è la scienza nutrita di stupore che colma le lacune storiografiche e aiuta a scoprire se stessi. Inoltre, ha spiegato la studiosa, la drammaticità non appartiene esclusivamente a letterati, musicisti e filosofi, ma anche a matematici e fisici che in sinergia possono darci una visione “umanistica” della realtà. Con i suoi versi sottolinea il valore della scienza numerica spaziando da Dante a Galileo, a Goethe.
Caratteristiche comuni a scienziati e poeti sono allora l’intuizione, la sete d’esplorazione, la comprensione di quei segni misteriosi, le stelle, che almeno una volta nella vita abbiamo cercato nel cielo, un mistero che i versi leopardiani esprimono in maniera mirabile: …e quando miro, […] /Nodi quasi di stelle,/Ch’a noi paion qual nebbia, a cui non l’uomo/E non la terra sol, ma tutte in uno,/Del numero infinito e della mole,/Con l’aureo sole insiem, le nostre stelle/O sono ignote, o così paion come/Essi alla terra, un punto/Di luce nebulosa”.