I lavoratori della ILSIDE scrivono alle Istituzioni
Al Presidente della Commissione di inchiesta sulle Ecomafie On.le Alessandro Bratti
All’On.le Camilla Sgambato
Preg.mi Onorevoli,
Vi scriviamo per fornire utili informazioni al fine di individuare le responsabilità al quanto accaduto negli ultimi anni all’impianto della ILSIDE s.r.l.
Nel 2015 abbiamo scritto al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, esponendo la critica situazione in cui ci siamo trovati noi dipendenti dopo il licenziamento.
Oggi consideriamo doveroso esporre nuove circostanze di cui siamo a conoscenza, perché riteniamo possano dare un importante contributo alle Vs. situazioni.
Innanzitutto, ci preme spendere qualche parola sul primo incendio che ha colpito l’impianto nell’Aprile 2012. Esso è stato conseguenza della cattiva gestione della Ilside, che, per almeno 2 anni, ha accettato una eccessiva quantità di rifiuti, senza smaltire gli scarti ed accumulandoli in quantità superiori a quelle consentite dall’autorizzazione. Tali enormi quantità non hanno consentito più di operare all’interno della piattaforma, a causa della mancanza degli spazi, necessari per le lavorazioni e per la sicurezza degli impianti, onde evitare incidenti quali incendi. Peraltro, i frequenti controlli della Polizia provinciale non hanno mai ordinato alla Ilside di rispettare i limiti imposti.
Dopo l’incendio, la nuova proprietà non ha mai riorganizzato il ciclo produttivo, malgrado le numerose sollecitazioni dei clienti, che richiedono il servizio di smaltimento. L’interesse della nuova proprietà, infatti, è stato solo quello di vendere le attrezzature disponibili.
Poi, l’incendio del luglio 2017 era stato già numerose volte preannunciato, in quanto sotto gli occhi di tutti il completo stato di abbandono in cui versava l’impianto, privo di ogni osservanza dalle precauzioni necessarie. Infatti, i rifiuti erano accumulati ovunque (a seguito della vagliatura effettuata della Ilside ), l’impianto antincendio non funzionante e il tutto senza sorveglianza alcuna a cura da parte della Ilside.
La situazione degli ultimi anni ha arrecato enormi danni, non solo a noi dipendenti, ma soprattutto all’ambiente.
Infatti, noi lavoratori, oltre ad avere perso il lavoro ed ancora in attesa di ricevere il TFR, viviamo oggi in una condizione ambientale disastrosa, perché costretti a respirare continue esalazioni nocive provenienti dal sito, dal momento che non vi è stato il completo spegnimento e l’asportazione dei rifiuti.
Dunque. Vi scriviamo soprattutto in veste di cittadini, auspicando possa essere restituita presto la dignità al territorio, che amiamo e abbiamo sempre difeso.
(seguono le firme dei lavoratori)
Signor Presidente Vincenzo De Luca
Le scriviamo perché crediamo nella sua determinazione,
siamo 34 ex lavoratori, impiegati fino al 2013 presso l’impianto di trattamento dei rifiuti solidi urbani ubicato nel Comune di Bellona, in provincia di Caserta, la ILSIDE s.r.l nel giugno 2015 siamo stati licenziati.
L’impianto esisteva nel 1998 e ha trattato, come piattaforma dei Consorzi di filiera dei Conai, Corepla e comieco, i rifiuti urbani con provenienti della raccolta differenziata, quale vetro, plastica,metalli, legno, carta cartone e rifiuti ingombranti di numerosi Comuni della Regione di Campania.
La stessa è stata, l’insieme al consorzio CE1. area di trasferenza dei rifiuti in Campania, nelle attività di imballaggio dei RSU e di trattamento dei sovvalli degli impianti di riproduzioni del CDR.
Nel dicembre 2007, la Jacorossi imprese S.p.A di Roma, di intesa con il commissario bonifiche in Campania, ha acquistato le quote sociali dei vecchi proprietari, poiché necessitava di un impianto dove trattare i rifiuti provenienti dai siti da bonificare del Litorale Domitio e della provincia di Caserta, ottemperanza al contratto stipulato con lo stesso commissariato.
Per tutti noi lavoratori si prospettava di una futura attiva partecipazione al risanamento del territorio.
Ma non è stato così
Nei mesi successivi, i dirigenti, privi di competenze settoriali hanno gestito il sito in maniera inadeguata, l’impianto è stato colpito da un incendio, di cui non si conoscono ancora le cause. L’evento ha avuto ripercussioni solo sui piazzali esterni, dove giacevano diversi anni rifiuti stoccati, provenienti dalle attività di trattamento. E per questa ragione che il sito è ancora sotto sequestro. Resta una domanda: chi sono gli attuali proprietari?
Sappiamo solo che hanno acquistato le quote sociali dal Tribunale di Roma ad un costo parecchio più basso di quanto è pagato.
Ad oggi, la ILSIDE, s.r.l è stata dichiarata fallita.
La situazione dei capannoni corrisponde a quelle anti incendio e gli impianti di trattamento dei rifiuti sono integri, ad eccezione di qualche attrezzatura, poi trasferita in altri siti dall’attuale proprietà. Per questo, l’impianto potrebbe in un mese ripartire , dando un contributo notevole al trattamento delle balle stoccate e all’avvio della bonifica dei territori della provincia. Non solo potrebbe dare una risposta concreta dell’emergenza terra dei fuochi, i rifiuti, infatti, se adeguatamente trattati, possono essere smaltiti a prezzi minori, inoltre una parte di essi, a costo zero, può essere utilizzata per la messa in sicurezza delle discariche.
Un altro vantaggio concerne l’ubificazione della piattaforma, che in quanto baricentrica alla zona di intervento, ottimizzerebbe i costi dei trasporti. Da ultimo, ma non meno importante, il risvolto occupazionale. Con la ripresa dell’attività, infatti, 34 lavoratori tornerebbero ad un impiego, non dimenticato che la ILSIDE nel 2005 è arrivata ad occupare circa 70 addetti.
Per tutti i motivi analizzati, noi ex dipendenti chiediamo aiuto, non senza prospettare una soluzione che incontra il pubblico interesse. La Regione Campania potrebbe rilevare l’impianto, sostenendo solo i costi per lo smaltimento dei rifiuti stoccati, che sono già selezionati e classificati e che, in gran parte, possono essere utilizzati nelle messe in riserva delle discariche pubbliche nel territorio campano.
I Lavoratori