“Perché Battisti ci legge dentro?”: lasciarsi a riflettere

Vi è mai capitato di ascoltare una canzone in macchina nel traffico, o sul letto in camera vostra, o mentre lavate i piatti in cucina, in metropolitana, sotto la doccia.. e poi, all’improvviso, qualcosa vi ha fermato: le parole della canzone. Vi siete resi conto solo alla ventesima volta che l’ascoltavate che il cantante vi stava gridando nelle orecchie “ascoltami, sto parlando con te!”. Che cosa vi ha spinti a “quel qualcosa” che di punto in bianco vi ha illuminati, facendovi proprio pensare “ce l’ha con me”. Perché ci si è arrivati solo dopo un po’, all’improvviso?  La mente umana, anche se distratta costantemente, riesce a compiere e pensare a più azioni nell’arco di pochi secondi. Così come quest’ultima alle volte non si ferma a riflettere o a guardare alcune cose, non ci si rende semplicemente conto di ciò che si ha davanti. Quante canzoni Rino Gaetano ha cantato sulle verità, sulle sofferenze e le ingiustizie della gente; quante De Andrè in ambito politico, quanto è stato poetico nello spiegarci i disagi che può provare un “nano” nella sua vita? E poi, c’è Lucio Battisti, quello che “ci legge dentro”. Ci sono dei momenti in cui l’unica che sa dirci come andrà a finire una storia d’amore, cosa dovremmo fare nell’attesa della risposta di un’esame, cosa pensare quando ci guardiamo davanti allo specchio, è la musica. Le parole di un cantautore, quindi di un poeta, ci toccano in alcuni momenti, in particolar modo quelli tristi, perché “non c’è arte se non c’è dolore”. Per cui la domanda giunti a questo punto è un’altra:” Battisti ci legge dentro, o siamo semplicemente noi a darci la spinta, attraverso quelle parole, ad agire?”. Non c’è alcun dubbio sul fatto che si, la musica condiziona un individuo completamente, ma cosa scatta veramente dentro chi si lascia trasportare da questa?
“Come può uno scoglio arginare il mare
 anche se non voglio torno già a volare
Le distese azzurre e le verdi terre
 Le discese ardite
e le risalite
su nel cielo aperto
 e poi giù il deserto
e poi ancora in alto
 con un grande salto
 Dove vai
quando poi
 resti sola?
Senza ali tu lo sai
non si vola.”
C’è gente che dice di non apprezzare la poesia, o di non capirla. In realtà, mentre leggete questi pochi versi di “Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi”, se avete provato qualcosa, la poesia la comprendete eccome. In un tempo così grigio come quello che viviamo oggi, la poesia, l’arte, l’emozione, sono la vera salvezza. Il drammaturgo inglese John Dryden, una volta disse che “gli errori, come pagliuzze, galleggiano alla superficie; ma chi cerca le perle, deve tuffarsi in profondità.”

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