Gli animali del mistero

«Spesse volte l’animale si presta a incarnare il mistero», queste le parole di Dino Buzzati che, nei suoi racconti, ha ritratto più volte la suddetta caratteristica; gatti, ragni e pipistrelli sono gli animali, nell’immaginario collettivo, più comunemente associati ad Halloween e il loro alone di magia e mistero è lo stesso che riveste la stessa notte. Secondo la tradizione trovare in casa, durante la notte del 31 ottobre, un ragno (animale psicopompo e che quindi ha la funzione di fare da guida alle anime dei trapassati) indica la presenza di un antenato che veglia su di noi; i gatti sono, assieme ad altri animali, associati alla figura della strega e ne rappresentano lo spirito protettore (il famiglio o magistellus «piccolo maestro», si crede che la strega lo nutri attraverso il suo “sangue”); infine troviamo il pipistrello, strettamente legato alla figura del vampiro. Il sangue, in questo raggruppamento, è l’elemento comune divenuto emblema della familiarità e della vita, anche oltre la stessa.
Claudio Marabini scrive nella prefazione della raccolta “Bestiario” di Buzzati, «gli animali si trasformano in un anello che abbraccia l’umanità e la congiunge a un altro mondo. Sono un tramite popolato di voci e di segnali, di domande e forse di risposte. […] Stando tra gli uomini e le cose, possono coincidere con l’uomo e vedere più oltre e più acutamente» (B, p. 7).
Dunque, gli animali insegnano agli uomini ad acuire la propria sensibilità e a scavare nelle proprie pulsioni interiori.

Voce: Il famiglio della strega. Sangue e stregoneria nell’Inghilterra moderna.

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