Teatro Elicantropo Maledetti di Salvatore Cantalupo
L’attore e regista partenopeo, attraverso i linguaggi di danza, teatro e musica, porta in scena parole e voci, per indagare l’attuale condizione della vita umana. È uno spettacolo di “contro-informazione” che indaga su chi o cosa governi la condizione attuale della vita umana sulla Terra, Maledetti, scritto e diretto da Salvatore Cantalupo, il cui debutto partenopeo è programmato per giovedì 8 febbraio 2018 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 11), negli spazi del Teatro Elicantropo.
Presentato da Teatro del Sottosuolo e Memini Mutamenti Teatro, l’allestimento, attraverso i linguaggi di danza, teatro e musica, tende a condurre lo spettatore alla riflessione, trascinandolo in un labirinto fatto di racconti incredibili, fantastici ma anche crudeli e spietati, provando a fornire, proprio, uno tempo di riflessione.
In scena, oltre allo stesso Cantalupo, saranno Gianluca Guarino, Alessia Guerriero, Ambra Marcozzi, Amelia Longobardi, Cristina Messere, Ramona Pisano, Anna Ragucci, Carolina Romano, Bruno Toro, Sara Volpe.
Le coreografie sono a cura di Ambra Marcozzi e le musiche saranno eseguite dal vivo, oltre che da alcuni degli interpreti, da Carl Marino Robinson alla batteria, Rosario Di Lullo e Vittorio Zimardi alle chitarre.
Lo spunto è dato dalla lettura de "Il Mulino di Amleto" di Giorgio De Santillana e Hertha Von Dechend, testo dedicato a miti, leggende e tradizioni.
“Il testo è stato uno spartiacque – dichiara il regista – che ha mutato il nostro sguardo sul mito e sulla struttura del tempo e in generale su tutto ciò che si è soliti definire pensiero arcaico, introducendoci a miti, leggende, tradizioni presenti in tracce nella cultura originaria di ogni popolo della terra”.
Un contributo decisivo alla messinscena è stato dato dagli scritti biblici e sumeri, restituiti dai traduttori Giovanni Pettinato, Zacharia Sitchin e Mauro Biglino, dalla Bibbia e dall’ironica satira dell’autore di fantascienza Robert Scheckley.
Le tavolette sumere, ritrovate nei territori della Mezzaluna fertile dagli scavi dell’inizio Ottocento, scritte in cuneiforme e accadico, mostrano i segni di una cultura superiore già seimila anni fa, rivelando una civiltà dotata di profondissima sensibilità e di inestinguibile sete di conoscenza.
La Bibbia, a sua volta, è parsa un libro a contenuti storici, legislativi, profetici, apocalittici, sapienziali. In essa si riconoscono i racconti, spesso violenti, di miti già descritti sulle tavolette sumere, anche se i protagonisti dei racconti portano altri nomi.
E infine, a proposito di miti, la drammaturgia di Cantalupo si è spinta oltre, nel futuribile futuro, in chiave ironica, facendosi ispirare da autori di fantascienza come Robert Scheckley con la sua pungente satira contro l’uomo e la società moderna.