C’era una volta…

L'avvio storico di una perfetta fiaba si presenta attraverso l'espressione di un tempo indefinito (c'era una volta), che in Italia è attestata al 1300, mentre l'inglese "once upon a time" risale al 1380; la forma francese "il était une fois" fu utilizzata da Charles Perrault nel 1694, la tedesca "es war einmal" si deve ai fratelli Grimm. Nella letteratura abbiamo una forma simile di espressione con Apuleio, che apre la fiaba di Amore e Psiche, parte dell'opera «Le Metamorfosi», con "Erant in quadam civitate rex et regina…". La storia di Amore-Cupido e Psiche è considerata appartenere ad una tradizione orale pervenuta allo scrittore, come la stessa espressione iniziale delle fiabe che sembrerebbe risalire a storie babilonesi. Inoltre nel romanzo di Apuleio è proprio una vecchietta a pronunciare queste parole, iniziando così a raccontare la fiaba dei due innamorati.
Il "c'era una volta" esige un lietofine, ricordando che prima, però, anche la fiaba esigerà delle prove da superare.

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