Nuove avvertenze per i farmaci in gravidanza
Al meeting del Pharmacovigilance Risk Assessment Committee (PRAC) dell’Ema, tenutosi pochi giorni fa, si è raggiunto un importante aggiornamento dei profili di rischio/beneficio di diversi farmaci usati in gravidanza per prevenire disordini neuropsichiatrici come la depressione e ansia. Dai diversi profili di rischio dei farmaci analizzati, si è arrivati a importanti raccomandazioni per le donne in gravidanza. In primis il PRAC ha raccomandato di evitare l’esposizione a farmaci contenenti il valproato come acido valproico e/o sodio valproato durante la gravidanza a causa di probabili malformazioni anche perché i farmaci a base di valproato sono utilizzati per il trattamento dell’epilessia, del disturbo bipolare e della prevenzione dell’emicrania. In conformità a tale considerazione il PRAC ha previsto l’uso di farmaci valproatiani per alcune donne che soffrono di epilessia essendo l’acido valproico l’unico farmaco appropriato per salvare la vita a tali persone. Inoltre alle donne che assumono il farmaco Esya (ulipristal acetato) per il trattamento del fibroma uterino di eseguire un test per monitorare la funzionalità epatica molte volte durante l’anno. Poi si è previsto anche il ritiro di farmaci antidolorifici a base di flupirtina poiché può provocare gravi rischi ai danni epatici. Comunque attualmente nessun medicinale contenente flupirtina è autorizzato in Italia. Infine l’analisi degli effetti post marketing del PRAC ha concluso che l’assunzione di retinoidi (derivati della vitamina A) in gravidanza, sia per via orale sia topica, utilizzati per il trattamento di patologie e disturbi dermatologici, possono essere associati al rischio di sviluppo di disturbi neuropsichiatrici come depressione, ansia e cambiamenti d’umore nel nascituro. Questo legame con i disturbi neuropsichiatrici è stato confermato sopratutto per la formulazione orale e per cui si sconsiglia l’assunzione dei retinoidi in gravidanza. Invece la situazione è diversa per le formulazioni topiche in cui la quantità di principio attivo, assunta attraverso la pelle, è bassa e per cui è improbabile che possa produrre effetti nocivi sul feto. Per precauzione è meglio evitare del tutto l’uso di questi prodotti in gravidanza o in donne che sperano di rimanere incinte.