La “scazzetta” del cardinale, che bontà!

Due dischi di sofficissimo pan di Spagna farciti con una golosissima crema Chantilly arricchita dal sapore delicatissimo delle fragoline di bosco e da quello più forte del rhum, il tutto ricoperto da una coloratissima glassa rosa. Insomma, un vero peccato di gola! Ma di cosa stiamo parlando? Della famosa “scazzetta del cardinale”, un dolce tipico del salernitano nato, dopo vari esperimenti, dall’estro di Mario Pantaleone che nel lontano 1868 avviò una piccola pasticceria nella Cappella delle Anime del Purgatorio, sconsacrata da Gioacchino Murat agli inizi dell’Ottocento. Pochi sanno che il suo curiosissimo nome deriva dall’unione di due termini dialettali, “scuzzà” che vuol dire “schiacciare” e “cuzzetto” che sta ad indicare la nuca. Difatti, la scazzetta (in italiano galero che i cardinali ricevevano dal Papa durante la cerimonia di investitura) richiama la forma e il colore rosso/fucsia del copricapo del cardinale portato schiacciato nella parte inferiore della testa. Questa prelibatezza dal sapore inconfondibile ha esteso la sua fama oltre i confini non solo campani, ma persino nazionali tanto da deliziare i palati di Gorbaciov, della Regina Margharet, di Clinton, ma soprattutto di Papa Woytila, che pare ne fosse talmente ghiotto da ordinarne grossi quantitativi in occasione del suo compleanno. Inizialmente in formato monoporzione, oggi ha conquistato tutti i palati assumendo le dimensioni di una vera torta. Chi resisterebbe alla tentazione di assaggiarne una fetta? 

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