Gillo Dorfles: “voglio vivere nel futuro”
“Voglio vivere nel futuro”. Queste le sagaci parole in risposta a coloro che annoveravano la vetusta età del critico d’arte, pittore ed intellettuale italiano Gillo Dorfles spentosi di recente nell’abitazione milanese all’età di ben 107 anni.
Nato a Trieste nel 1910, per Dorfles l’inevitabile connubio con l’arte arrivò solo in seguito alla laurea in medicina con specializzazione in psichiatria e al raggiungimento della cattedra di Estetica presso le Università di Trieste, Milano e Cagliari.
“Critico del gusto”, come amava farsi definire, nei primi anni trenta si dedicò alla pittura definita con fermezza dallo stesso “autodidatticamente appresa” in quanto, come confessato a Luciano Caramel, noto critico e storico dell’arte italiano, l’atto di disegnare e dipingere, sin dall’infanzia, ha rappresentato per il grande maestro quasi una forma di coercizione che lo ha obbligato a riempire di sgorbi e ghirigori le pagine dei propri libri.
Soffermandosi lungamente su studi concernenti l'aspetto socio-antropologico dei fenomeni estetici, per Dorfles era importante evidenziare come l’estetica non fosse solamente una branca filosofica, bensì una base psicologica e antropologica fondamentale per la comprensione dell’opera d’arte, concetto questo riportato specificamente nel volume “L’intervallo perduto” del 1980.
Tra le numerose pubblicazioni a suo nome ricordiamo: “Il divenire delle arti”, “Il kitsch”, “Le oscillazioni del gusto”, “Elogio della disarmonia”, “Conformisti” e tante altre.
Il 1948 lo vide fondatore, con la collaborazione degli astrattisti Atanasio Soldati, Galliano Mazzon, Gianni Monnet e Bruno Munari, del MAC (Movimento per l' Arte Concreta) e nel 1956 contribuì alla realizzazione dell'ADI (Associazione per il Disegno Industriale). Scopo quello di promuovere un astrattismo di orientamento geometrico libero da imitazioni esterne e di valorizzare il design italiano e internazionale.
Tra i riconoscimenti ricevuti sono noti il “Compasso d'oro”, la Medaglia d'oro della Triennale, il Premio della critica internazionale di Girona, l'Ambrogino d'oro dalla città di Milano, il Grifo d'Oro di Genova e il San Giusto d'Oro di Trieste.
È stato accademico onorario di Brera, membro dell'Accademia del Disegno di Città del Messico, dottore honoris causa del Politecnico di Milano e dell'Università Autonoma di Città del Messico.
Nel 2007 l'Università di Palermo gli ha conferito la laurea honoris causa in Architettura, nel 2012 ha ricevuto quella in Lingue moderne all’Università di Cagliari.
Grande protagonista della cultura italiana, nel gennaio dello scorso anno espose in Triennale, in occasione della mostra “Vitriol, Disegni di Gillo Dorfles, 2016”, vari lavori al fine di non fermare la ricerca in campo artistico con l’esortazione per ogni uomo di poter costruire il proprio Vitriol, personaggio fantastico, inventato dallo stesso Dorfles e acronimo utilizzato dagli alchimisti del 1600, le cui iniziali stanno per “Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem”, ossia “Visita l’interno della terra, operando con rettitudine troverai la pietra nascosta”, la fantomatica pietra filosofale, il “conosci te stesso” della sapienza greca nell’antichità.
Accanto al dipinto del 2010 dove figurava per la prima volta il cosiddetto Vitriol, sono esposti 18 disegni riportanti citazioni e appunti di Goethe, Jung, Steiner, composizioni, parole e numeri che ancora aspettano d’esser decifrati.