Alla scoperta dell’arte: breve storia della nostra regione
La Campania è stata, fin dalla prima età del ferro, centro di confluenze culturali ed etniche di diversa provenienza. Precocemente colonizzata dai Greci, dopo i precedenti contatti con il mondo Miceneo, la Campania subì anche l’influenza politica e culturale degli Etruschi e dei Sanniti. Il quadro culturale, estremamente vario, si riflette anche in campo artistico dove la produzione locale di ceramiche, bronzi e terrecotte, risente da un lato l’influenza della tradizione greca, con il suo apporto naturalistico, e dall’altro quella dell’arte italica con aspetti legati al mondo etrusco ed all’ambiente piceno. Ciò è possibile notarlo nei depositi votivi e nelle terrecotte architettoniche dei santuari, come quello del fondo Patturelli e di Diana Tifatina a Capua. Interessanti sono le manifestazioni dell’arte italica, le quali, apparentemente primitive e popolaresche, sono caratterizzate dalla frontalità, dalla schematicità dei particolari decorativi, da una certa tendenza all’astrazione che in realtà nasconde un interesse per i caratteri essenziali della costruzione, come nelle cosiddette “madri” scolpite nel tufo, conservate a Capua. La graduale romanizzazione della regione, dopo l’intervento di Roma in favore di Capua contro i Sanniti nel 338 a.C, determina un nuovo apporto culturale, che si fonde con l’arte greca generando i capolavori pittorici di Pompei ed Ercolano. La Campania conobbe, nella antichità classica, un grande periodo di prosperità, in particolare grazie ai Bizantini ed ai Goti. Nel 570 i Longobardi invasero la regione facendo capitolare Capua, Nola, Acerra e Nocera. Si istituiscono due poli di potere: Benevento e Salerno ai quali si aggiunse Capua. Essi erano insediati da Bizantini, Saraceni e dalla potenza dello Stato Pontificio. Ben Presto, nel 1030, arrivarono i Normanni che riuscirono a prevalere sui Longobardi e fecero Salerno capitale del loro impero. In seguito a ciò, Federico II di Svevia, con la sua grande autorità, fece della Campania una splendida provincia. Ma l’avvento della Casa d’Angiò, costituì l principio del lento declino delle città campane. Nel 1282 ci fu il trasferimento della capitale da Palermo a Napoli. Determinante fu la figura di Desiderio, Abate di Montecassino. Egli fu fautore di una cultura sostanzialmente eclettica basata sulla commistione tra arte bizantina, classica e antiquaria. Importantissima, a tal proposito, è la basilica benedettina di Sant’Angelo in Formis, commissionata appunto da Desiderio che conserva uno dei cicli pittorici più importanti di tutta l’arte medievale. Dopo questo intenso periodo, la Campania visse di riflesso. Nel ‘400 l’architettura è rappresentata da portali di gusto Catalano a Caiazzo e zone limitrofe. Nel ‘700 si ha una “ripresa” artistica grazie alla costruzione della immensa e fantastica Reggia di Caserta ad opera di Luigi Vanvitelli. Scarse, invece, sono le testimonianze di rilievo durante il Neoclassicismo. Fra il XIX e il XX secolo, l’Architettura, con il “risanamento” di Napoli, è il capitolo più interessante. Eclettismo e liberty si sbizzarriscono in mille varianti nonostante il dopoguerra avesse compromesso gravemente il territorio, le città e le coste.