La nave senza nocchiero
“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!”. Dante Alighieri (Firenze 22 maggio 1265 (data presunta ndr.) – Ravenna, notte tra il 13 e il 14 settembre 1321) scrisse questa frase eloquente nel VI Canto del “Purgatorio”, indicando la tempestosa e difficile situazione in cui versava l’Italia del suo tempo. Il fatto che, a distanza di sette secoli, possiamo tranquillamente riferirci alla nostra Italia con questi termini antichi (con i dovuti accorgimenti storici), ci lascia ben intuire la situazione esplosiva che si è venuta a creare nel nostro Paese dopo le elezioni politiche del quattro marzo. Il voto ha portato alle luci della ribalta una nazione divisa, che ha de facto sfiduciato la vecchia classe dirigente, a favore di una nuova generazione politica populista, demagogica e, almeno per quanto riguarda la nuova destra, xenofoba. Al di là dei programmi politici chiari o meno, ciò che risulta più evidente è l’ingovernabilità futura del Paese (che si sarebbe verificata con qualsiasi legge elettorale, data la tripolarizzazione dell’elettorato italiano), poiché nessuna delle forze politiche ha i numeri necessari per la formazione di un governo di maggioranza assoluta. Dal prossimo ventitre marzo si riunirà il nuovo governo e, dopo la nomina dei Presidenti delle due cariche, il Presidente della Repubblica darà il via alle consultazioni con i principali partiti per la formazione del nuovo esecutivo; ma ciò risulta essere molto complicato. Infatti, nonostante gli appelli del Presidente Mattarella per la stabilità del Paese, è difficile che in Italia si realizzi un accordo trasversale tra le principali forze politiche, dopo una campagna elettorale tra le più dure e dialettiche degli ultimi decenni che, almeno apparentemente, farebbe venir meno qualsiasi tentativo di avvicinamento. Le ipotesi vanno dalla formazione di un governo di minoranza (che nascerebbe su basi già deboli), a governi tecnici (il “governo del Presidente”), fino alla creazioni di governi di larghe intese che coinvolgano diametralmente i principali partiti, in cui dovrebbero confluire interessi comuni che, almeno durante la campagna elettorale, non sono stati messi in evidenza. Resta da aspettare, da capire quale sarà il futuro del nostro Paese che, come ci ricorda il Sommo Poeta, resta senza nocchiero in una grande tempesta, anche a causa della sua poca maturità e lungimiranza politica, che, a causa di una dialettica eccessiva e violenta, farebbe venir meno qualsiasi ipotesi di compromesso.