Arrestati i responsabili dell’omicidio di Stefano Izzo di Pastorano
Nell’ambito di un’indagine coordinata dai magistrati della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, i Carabinieri della Stazione di Grazzanise (CE), presso le case circondariali di Parma, Opera (MI) e Voghera (PV), hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dall’Ufficio G.I.P. presso il Tribunale di Napoli, nei confronti di SCHIAVONE Walter (cl’61), MARTINELLI Enrico (cl’64) e MEZZERO Antonio (cl’62), tutti appartenenti al clan dei casalesi – fazione Schiavone -, ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso in omicidio, detenzione e porto illegale di armi da fuoco, aggravati dal metodo e finalità mafiose.
L’indagine, condotta dalla Stazione di Grazzanise dall’aprile al maggio 2017, attraverso una laboriosa attività di riscontro a dichiarazioni auto ed etero accusatorie dei collaboratori di giustizia D’ALESSANDRO Cipriano (cl’63) e PANARO Nicola (cl’68) – entrambi indagati nel medesimo procedimento per gli stessi reati-, ha consentito di:
– accertare l’identità degli esecutori materiali e del mandante dell’omicidio, avvenuto in Pastorano (CE) il 18.12.1991, in danno di IZZO Stefano, guardiano presso un’azienda agricola di Pignataro Maggiore (CE) di proprietà dei “Nuvoletta”;
– riscontrare che l’efferato delitto di sangue si inquadra nella storica faida tra il clan dei casalesi e quello dei “Nuvoletta” di Marano di Napoli;
– rilevare che l’omicidio, oggetto d’indagine, trova la sua causale nel fatto che la vittima era sospettata, dal clan dei casalesi e quindi dagli odierni indagati, di aver partecipato, in qualità di “specchiettista” all’esecuzione dell’omicidio di MARTINELLI Emilio, fratello di MARTINELLI Enrico, quest’ultimo destinatario dell’odierno provvedimento cautelare.
Il G.I.P., concordando con la richiesta di misura coercitiva avanzata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli – D.D.A. -, anche per quanto riguarda la sussistenza di concrete ed attuali esigenze cautelari, ha disposto per i 3 indagati la custodia cautelare in carcere.