Giornata del Risorgimento
Cordiale, interessato, attento, serio momento celebrativo sull’Unità Nazionale, la Costituzione la Bandiera, l’Inno (come dalla legge 222/2012) all’Istituto Statale di Istruzione Secondaria Superiore “Ugo Foscolo” Teano – Sparanise – Aula Magna della sede di Sparanise, in collaborazione con il Comitato Provinciale di Caserta dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano
Nella sede del modernissimo Istituto posto sulla via per Calvi del Comune di Sparanise, significativamente costruito su un terreno confiscato alla camorra e carico anche per questo di particolare significato civile e repubblicano (le forze dell’illegalità non prevarranno), si è svolta nella seconda parte della mattinata di venerdì 16 marzo 2018 la programmata manifestazione ‘patriottica’, come l’ha preannunciata con un efficace comunicato, apparso su siti online, oltre che distribuito nella comunità scolastica, accanto ad estetiche ed efficaci locandine, il cortese, dinamico, competente, vero spirito risorgimentale di pensiero e azione, dirigente scolastico prof. Paolo Mesolella, che si ringrazia e si onora con la sua intera comunità scolastica (professori, professoresse, studenti, studentesse, collaboratori) vivamente e sinceramente.
Essa ha tradotto esemplarmente una delle possibili iniziative previste dalla legge 222/2012, che obbliga le scuole di ogni ordine e grado della Repubblica Italiana una e indivisibile, libera, democratica, erede delle conquiste fondamentali e indelebili del Risorgimento (periodo che va dal grande risveglio culturale e civile di metà Settecento alla fine della prima Guerra Mondiale), che ha portato dopo millenni alle epocali conquiste dell’Unità, della Libertà, di un regime costituzionale in tutto il paese, finalmente unito dalle Alpi alla Sicilia, facendo nascere uno dei più grandi ed onorati Stati liberali e costituzionali del mondo, come sta scritto sul frontone dell’Altare della Patria a Roma, monumento al Risorgimento, alla Resistenza, alla Repubblica, dedicato a: “Patriae Unitati – Civium Libertati”).
Nella funzionale aula magna opportunamente dotata degli strumenti informatici e di diffusione delle iniziative, si sono raccolte le classi del biennio, con studenti e studentesse anche in piedi, che hanno ascoltato con interesse, attenzione e serietà (di cui si deve dare atto con compiacimento positivo e beneaugurante) l’introduzione essenziale ed incisiva del dirigente prof. Mesolella, che ha spiegato l’origine dell’iniziativa, le caratteristiche della collaborazione, ha presentato i relatori, l’intento pedagogico di memoria storica e civile dell’iniziativa, che riguarda non solo l’intero Paese, ma Terra di Lavoro in particolare (alla cui intera storia è legatissimo, con tantissime ricerche portate avanti), soffermandosi in modo particolare sul ruolo risorgimentale che ha avuto Santa Maria Capua Vetere, che non a caso è stata uno degli epicentri degli eventi risorgimentali e lo è dal punto di vista della memoria con il suo Museo Civico e del Risorgimento (non a caso sede anche del Comitato), con il suo Monumento Ossario in Villa Comunale in onore dei Caduti della Battaglia del Volturno del 1 ottobre 1860 (che contiene anche resti, per umana ‘pietas’, di soldati borbonici, spesso mercenari, trovati sepolti nel luoghi della battaglia, a dimostrazione della nobiltà etica dell’Italia unita libera, che non perseguitò ed impiccò nessuno dei suoi vecchi nemici) e con le sue lapidi (in particolare quelle in piazza Mazzini), nella sua toponomastica, nell’intestazione del suo teatro in Corso Garibaldi.
Ha preso la parola il presidente del Comitato provinciale di Caserta, prof. Nicola Terracciano, che ha richiamato in quella sede, come ha fatto a Formicola e farà a Bellona ed in altre sedi, la presenza non estemporanea, ma diremmo istituzionale e obbligata dell’Istituto Nazionale Risorgimentale sito al Vittoriano (di cui i comitati sono articolazioni locali), deputato alla conservazione ed alla promozione della fondante e granitica memoria risorgimentale, perdendo la quale si perde l’identità di fondo dell’essere e del sentirsi ‘Italiani’ e che ha nelle vicende risorgimentali sempre più conosciute ed approfondite, nell’Inno e nella Bandiera i suoi riferimenti conoscitivi, visivi, ed emozionali fondamentali. Perciò l’Aula Magna era illuminata dalla Bandiera Italiana, vicino alla quale era stata posta, per dare il senso delle origini del Risorgimento e della Repubblica italiana, quella della Repubblica Napoletana del 1799, che, secondo la solenne indicazione di Benedetto Croce e di tutta la immensa scientifica storiografia, secondo la secolare tradizione patriottica e civile, è alle origini vere e fondanti, con le sue realizzazioni ed i suoi primi Martiri, dell’intero Risorgimento Italiano.
Tutti in piedi con la mano sul cuore si è ascoltato l’Inno di Mameli-Novaro, reso finalmente e definitivamente ufficiale, con legge di dicembre 2017.
Terracciano insistito spesso sul fatto che la parola “Risorgimento” non dice tutto, se non è accompagnata sempre dalle due fondamentali parole, dalle due fondamentali stelle polari, dai due fondamentali valori fatti scendere dal cielo delle idealità alla terra concreta delle realizzazioni storiche, l’UNITA’ e la LIBERTA’: la unità politica, statale, sognata dai grandi della storia d’Italia a partire da Padre Dante, che ci dato al lingua comune, ai grandi che l’hanno teorizzata, voluta e costruita con tenacia, sacrifici, fino a dare la vita, contro l’ironico offensivo giudizio, ad esempio del primo ministro austriaco Metternich, che definiva nel 1815 l’ITALIA solo ‘una espressione geografica’ (letterati da Machiavelli a Foscolo, a Leopardi, a Manzoni, a Mameli, artisti in tutti i campi, come Verdi, la cui musica ha segnato il commento sonoro del Risorgimento dal ‘Nabucco’ in poi, scienziati tra i più noti in Italia ed in Europa, che hanno dato anche la vita come Domenico Cirillo e Leopoldo Pilla, nativi tra l’altro entrambi di Terra di Lavoro, ai grandi uomini politici e d’azione, come Mazzini, Garibaldi, Pisacane, Cavour, Vittorio Emanuele II, alla gioventù idealista e volontaria, alle stesse donne, che in alcuni casi hanno dato la vita, come la grande Martire della Repubblica Napoletana del 1799 Eleonora de Fonseca Pimentel, ai volontari di tutti i ceti, dagli aristocratici agli artigiani, ai volontari di tanti paesi europei che vennero a combattere e morire in Italia per la sua Unità e la sua Libertà, al popolo, come ad esempio quello di Palermo, che aiutò Garibaldi in modo decisivo in Sicilia nella epocale spedizione dei Mille del 1860). Ha fatto presente, insistendo fortemente, che il recupero, il rafforzamento della memoria risorgimentale sono doverose in Terra di Lavoro, sia perché questa regione storica (che comprendeva fino al 1927, quando fu soppressa dal tragico fascismo, anche i distretti di Gaeta, Sora, Nola) ha dato contributi e personaggi di rilievo, anche nazionali, alla vicenda risorgimentale, sia perché, solo avendo esempi alti, nobili, idealisti, si possono contrastare modelli negativi di illegalità e di violenza, spesso ricorrenti e che hanno avuto in provincia di Caserta fenomeni rilevanti e negativi, che l’hanno portata all’ultimo posto nel 2017 tra le province italiane per qualità della vita.
Come esempio di uno di questi grandi di Terra di Lavoro, che ha avuto una relazione personale con Ugo Foscolo, al quale è intestato l’Istituto, ha ricordato il generale Vincenzo Pisa, di Formicola, che fu protagonista con Guglielmo Pepe del moto costituzionale del 1820-21, fu poi combattente per la libertà in Spagna, fu esule a Londra, dove conobbe e fu amico di Foscolo, fondò con Pepe e con l’adesione del generale Lafayette, già noto, grande protagonista della Rivoluzione americana del 1776 e poi di quella francese del 1789, ‘La Società dei Fratelli Costituzionali Europei’ (quasi un primo embrione di Unione Europea), andò a combattere per la Grecia libera, che si era ribellata all’assolutista impero islamico ottomano, che la occupava e la opprimeva, divenendo il generale capo dell’armata degli insorti e del grande contingente di volontari idealisti che vennero a combattere e morire in Grecia da ogni parte d’Europa (ad es. il poeta inglese Byron, il piemontese conte Santorre di Santarosa), eletto cittadino onorario della prima capitale della Grecia libera nel Peloponneso, Nauplia, dove una stele ricorda i volontari europei ed in particolare Vincenzo Pisa. Egli sposò una greca, dalla quale ebbe una figlia Vincenza, che tornò poi a Napoli e sposò un mercante partenopeo e fu onorata dall’Italia una e libera dopo il 1861, che nella sua nobiltà ha onorato anche Foscolo, riportando da Londra, dove era morto nel 1827 ed era sepolto, le sue ceneri in Patria nel 1871, in occasione del primo decennale dell’Unità a Santa Croce a Firenze, che già Foscolo nei ‘Sepolcri’ aveva individuato e cantato in modo memorabile come il Pantheon delle glorie d’Italia.
E’ seguita la competente, sapiente, profondamente didattica, vivamente e silenziosamente seguita, relazione del preside prof. Nilo Cardillo, vice-presidente del Comitato, che ha affrontato le fondamentali questioni della “memoria” (e quindi delle fondamentali, decisive nobili memorie anche civili e storiche) nella vita e nella scuola, e dei pericoli insidiosi che la nostra epoca implica, con il suo appiattimento sulla cronaca e sul presente, per cui, come ha evidenziato alla fine con opportuna immagine, la nebbia che è calata sul passato e sulla sua memoria e insidia e annebbia anche quella del futuro (dato l’intimo nesso tra i momenti passato-presente-futuro), per cui esso non è più il luogo dei progetti e delle speranze, come prima, ma un luogo oscuro, di incubo, di pericolo, di paura, di possibile sconfitta, di nichilismo.
Alla fine, prima di concludere, si sono letti i nomi dei Caduti di Sparanise della Prima Guerra Mondiale, che sono eroi da congiungere con quelli del Risorgimento, avendo dato la vita per il suo completamento, quarta ed ultima Guerra di Indipendenza, che ha portata alla Madrepatria Trento, Trieste, Gorizia e l’Istria e che, pur nel suo immane costo di vite umane e di feriti, come in tutti i paesi coinvolti, segnò una svolta epocale, completando il processo risorgimentale e portando alla sconfitta, alla fine storica di tre imperi assolutisti ed autocratici, come l’Impero islamico ottomano, l’impero austro-ungarico, l’impero autoritario tedesco.
La imprevedibile, complicatissima vicenda storica novecentesca ha voluto che questa grande, pur dolorosa, epopea risorgimentale della Prima Guerra Mondiale fosse seguita dall’epoca dei tragici totalitarismi (fascismo, nazismo, comunismo, ed altri regimi, come il franchismo, il salazarimo e simili, in varie parti dell’Europa), fino alla rinascita, finalmente, dopo la seconda guerra mondiale a fianco della disumana Germania nazista, dopo la sconfitta miliare, le distruzioni, le devastazioni, gli eccidi, tutte imputabile alla dittatura fascista, con la Resistenza e con la Repubblica, della nostra nuova, cara Italia una e libera, tornata, più completa nel suo assetto democratico (col voto ad esempio anche delle donne), alla fondamentale e granitica conquista della Unità e della Libertà, la cui sacra memoria va sempre conservata, difesa, promossa a tutti i livelli, in particolare nelle scuole, per le presenti e le future generazioni.