Il paradosso di Fermi

“Se l’Universo e la nostra galassia pullulano di civiltà sviluppate, dove sono tutti quanti?” È proprio da questa domanda che nasce quello che comunemente viene chiamato “Il paradosso di Fermi”.
Enrico Fermi, appunto, fisico e accademico italiano vissuto nella prima metà del ventesimo secolo, durante la sua brillante carriera incomincia a porsi un quesito singolare: data l’immensità del nostro Universo e il gran numero di stelle che ne fanno parte, attorno alle quali, secondo l’equazione di Drake, c’è una grossa possibilità che si siano sviluppate forme di vita intelligenti; dove sono tutti?
Esistono varie possibili risposte che nel tempo si sono cercate di dare a questa domanda; la prima, e anche più scontata, è che non esistono altre forme di vita nell’Universo, insomma siamo soli.
Secondo l’Ipotesi della rarità della Terra, la nascita della vita è un evento così eccezionale, susseguita all’unione di un’infinità di fattori e di coincidenze, che è praticamente impossibile che si possa essere verificata in altre parti del cosmo.
La seconda teoria è che, ad oggi, le nostre tecnologie non sono abbastanza sviluppate da poter essere in grado di captare segnali mandati da altre forme di vita. Quindi, come sostiene l’informatico Edward Snowden, i segnali che, presumibilmente, verrebbero inviati o quanto meno trasmessi da altre civiltà intelligenti si confonderebbero con la radiazione cosmica di fondo, divenendo così impossibili per noi da decifrare.
Un’altra risposta alla domanda avanzata da Fermi potrebbe essere che siamo rimasti soli. Ciò lascia presuppore che, un tempo, le galassie fossero abitate da decine di forme di vita differenti dalla nostra. Progredendo però queste civiltà potrebbero aver creato armi capaci di poter causare la propria estinzione, ciò può essere paragonato un po’ a quello che sarebbe capace di fare il nostro nucleare, di cui oggi dispongono vari eserciti, in una plausibile terza guerra mondiale. Un’altra opzione però è che queste civiltà si siano estinte per cause naturali a noi sconosciute.
Nonostante sia passato ormai mezzo secolo dalla fatidica domanda di uno degli scienziati più famosi di sempre, siamo ancora lontani da una risposta certa. Mentre le ipotesi aumentano con l’avanzare del tempo, le nostre tecnologie progrediscono in maniera esponenziale, ciò ci lascia ben sperare e chissà che magari un giorno, non troppo lontano, una risposta arriverà.

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