Jan van Eyck, la pittura fiamminga in equilibrio tra spirito e materia
“Con van Eyck improvvisamente, gli occhi del pittore si sono aperti all’intera magnificenza dei colori del mondo”. Così Max Dvořák, storico dell’arte di inizi Novecento, descrisse il genio e il fondatore della pittura fiamminga, anello di congiunzione temporale tra l’aulico decorativismo tardogotico e la visione particolareggiata della realtà attraverso il gusto per il miniaturismo e la sapiente rivisitazione della composizione dei colori ad olio che fino ad allora presentavano difetti vistosi, come il cambiamento cromatico una volta asciugati, facendo disperare anche i maestri più esperti.
Gran parte dell’attività giovanile di Jan van Eyck ci è ignota, ma conosciamo con certezza l’esistenza del fratello maggiore Hubert, scomparso prima di portare a termine la grande impresa del Polittico a cui lavorò in seguito Jan. La carriera dell’artista iniziò con la miniaturistica; sue sono infatti cinque delle sette miniature ritrovate nel 1911 da Hulin de Loo, risalenti al 1422 e acquistate poi dal Museo Civico di Torino. Negli anni successivi un ricco borghese di Gand, Joss Vyd, commissionò a Jan il grandioso altare ad ali mobili con “L’adorazione dell’Agnello mistico”, il pannello più importante del monumentale polittico di Gand o anche detto per l’appunto “Polittico dell’Agnello mistico”. La scena rappresenta un altare con l’agnello da cui sgorga il sangue a simboleggiare il sacrificio di Gesù. In primo piano vi è una fontana ottagonale, fonte della vita e simbolo della Redenzione, da cui trabocca acqua che forma un ruscello dal letto coperto di rubini e altre pietre preziose. Nota insolita è la presenza di Virgilio candidamente vestito sulla sinistra tra i Patriarchi, il tutto su uno sfondo contornato da siepi con gigli, rose e guglie di cattedrali. Al di sopra del pannello le immagini del Dio padre, della Vergine e del Battista, secondo gli studiosi realizzate in un secondo momento in quanto risulta tagliata una sottile striscia di cielo del pannello sottostante. Nelle tre figure van Eyck mette in risalto il candore della Vergine, la bontà di Dio Padre e la caratteristica di precursore del Battista. Rispettivamente a destra e sinistra troviamo il gruppo degli angeli musici e cantori, alle estremità troviamo invece Eva e Adamo, nudi innovatori per l’epoca ai quali Jan conferisce un’humanitas fiamminga strabiliante.
Sotto quest’ultimi pannelli vi sono quelli dei Buoni Giudici, dei Cavalieri di Cristo a sinistra e degli Eremiti e i Pellegrini a destra. Il numero quattro ricorrente sta a simboleggiarne i quattro angoli della Terra immortalati nell’adorazione dell’Agnello come luoghi di provenienza dei beati. Quando il Polittico è chiuso compaiono nella parte superiore le Sibille pagane e i Profeti ebrei, subito sotto l’Arcangelo Gabriele che dà l’annuncio a Maria e ancora nella parte inferiore San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista con ai lati i committenti, due dei maggiori capitalisti fiamminghi del tempo. Tra le più rilevanti della cristianità l’opera rappresenta l’unione dei fedeli in una delle celebrazioni più importanti quale la Passione-Resurrezione di Cristo.