Palazzo Reale apre le porte al postmodernismo

Il 12 aprile 2018 la Reggia ha siglato l’apertura di una nuova mostra dal titolo “La pittura dopo il postmodernismo”. Evento dell’anno, la rassegna sarà aperta ai visitatori fino al prossimo 16 giugno. Il percorso espositivo, che occupa le retrostanze settecentesche dello sfarzoso palazzo vanvitelliano, è stato curato dalla prestigiosa storica dell’arte statunitense Barbara Rose, uno dei nomi più rilevanti del panorama artistico mondiale.
L’atteso Vernissage ha presentato per la prima volta, a Caserta e in Italia, un’interessante retrospettiva con oltre 100 dipinti di grandi artisti che sintetizzano nuove modalità artistiche ed espressive.
Un preciso impianto strutturale e luminotecnico esalta le caratteristiche stilistiche e cromatiche delle varie installazioni. Tante le produzioni che mettono in luce il talento degli autori. Usa, Belgio e Italia a confronto: dagli statunitensi Walter Darby Bannard, Karen Gunderson, Martin Kline, Melissa Kretschmer, Lois Lane, Paul Manes, Ed Moses e Larry Poons ai belgi Mil Ceulemans, Joris Ghekiere, Marc Maet, Werner Mannaers, Xavier Noiret-Thomé, Bart Vandevijvere e Jan Vanriet, agli italiani Roberto Caracciolo, Arturo Casanova, Bruno Ceccobelli, Elvio Chiricozzi, Gianni Dessì, Nino Longobardi, Roberto Pietrosanti, Marco Tirelli e Rossella Vasta.
Una corrispondenza fruttuosa quella tra gli ambienti neoclassici e il carattere contemporaneo della mostra che, dopo l’innovativa “Klimt Experience”, la Biennale “Terra Madre” al Belvedere di San Leucio, “Come on baby” e “Pittura oltre la pittura”, ha portato nelle splendide sale reali un nuovo connubio tra antico e moderno.
Se Duchamp, influente artista del XX secolo, aveva visto nell’avvento dell’arte concettuale il declino della pittura è vero invece che il postmodernismo ha dato linfa e vigore creativo a innumerevoli pittori, sancendo semmai nuovi canoni estetici legati a nuovi temi e linguaggi del nostro tempo. Barbara Rose con la sua nuova retrospettiva intende dimostrare la sfida vincente dell’arte contemporanea in chiave europea e mondiale.
Secondo la nota critica d’arte “la pittura non è morta”. E’ più viva che mai”. Nella conferenza stampa la celebre studiosa americana ha messo in luce la grande vitalità comunicativa della mostra definendola “un’oasi” contemplativa in una società caratterizzata dal “rumore” e dal continuo bombardamento delle immagini.
Con la sua prima tappa italiana, la rassegna, dopo Bruxelles nel 2016 e Malaga nel 2017, rappresenta un momento unico per capire e conoscere le attuali tendenze artistiche e culturali, come pure le peculiarità espressive di ogni singolo artista.

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