L’oro ‘e Surriento
In un paesaggio unico al mondo come quello della Penisola Sorrentina, dove l’uomo ha realizzato terrazzamenti e gradoni digradanti verso il mare sui quali ha coltivato viti, ulivi e arance, la fa da principe un prodotto che viene oramai considerato l’oro giallo della regione: il limone di Sorrento. Può fregiarsi dell’I.G.P. soltanto l’esclusivo ed ineguagliabile limone di Sorrento, il quale deve essere legato ad una precisa area di produzione e deve avere specifiche caratteristiche: forma ellittica e dimensioni medio-grosse, buccia di spessore medio e colore giallo citrino ricca di oli essenziali che la rendono gradevolissima all’olfatto, la polpa succulenta e il succo, particolarmente acido, è ricco di vitamina C e sali minerali. Le tecniche di coltivazione sono alternative dal momento che le piante vengono coltivate sotto “pagliarelle”, vale a dire stuoie di paglia che insieme a pali di sostegno coprono le piante dagli agenti atmosferici e servono anche a ritardare la maturazione. Come di consueto ogni prodotto della nostra terra ha le sue origini, antiche o recenti che siano, che conferiscono alla sua storia sempre un certo fascino. Affascinanti, non a caso, sono i dipinti e i mosaici rinvenuti negli scavi di Ercolano e nella Casa del frutteto di Pompei, un cubicolo della quale presenta un giardino con piante ornamentali e da frutto realizzate con estrema precisione, tanto da rendere possibile il riconoscimento delle specie vegetali, come limoni e corbezzoli. In epoca rinascimentale sono, invece, atti di vendita, dipinti, trattati di letteratura e di botanica ad attestarne svariati usi. Una vera specializzazione nella coltivazione di questo profumatissimo agrume si deve ai padri gesuiti della zona, dei quali ancora oggi esiste uno dei primi fondi chiamato “Gesù” situato nella Conca di Guarazzanno, tra Massalubrense e Sorrento, due località dalle quali derivano le altre denominazioni con le quali tale prodotto è noto: Limone di Massa o “Massese” oppure Ovale di Sorrento. Ne hanno tessuto grandi elogi Giovanni Pontano, Giambattista Della Porta e ancora Torquato Tasso che nella sua Gerusalemme liberata scrive: “Cò fiori eterni, eterno il frutto dura e mentre spunta l’un, l’altro matura”. A partire dall’Ottocento, quando lo storico Bonaventura da Sorrento ne testimonia la spedizione in tutto il mondo, soprattutto attraverso i bastimenti diretti verso l’America, il Limone di Sorrento ha conosciuto una notevole diffusione oltre i confini regionali e nazionali e svariate applicazioni in cucina, tanto da configurarsi come un vero e proprio patrimonio culturale, culinario e biologico da proteggere e tutelare.