Incontro su diritto (anche romano) e questioni di genere
Tra i numerosi incontri didattico-culturali organizzato con la partecipazione del Liceo "Pizzi" di Capua, anche in questo mese di maggio, uno di quelli che visto la più viva partecipazione, è stato quello organizzato ultimamente presso il Dipartimento di Giurisprudenza di S. Maria Capua Vetere, all'Università "Luigi Vanvitelli". L'approfondimento, valido anche per l'orientamento e nell'ambito dell'alternanza scuola-lavoro, ha visto un originale excurus, denso di spessore, da parte della professoressa Giuseppina Maria Oliviero Niglio, docente di Diritto Commerciale Romano, su concetti relativi a legislazione in divenire, concezione del diritto cui ispirare le leggi, che si è evoluto e perfezionato nel tempo, e questioni di genere: queste ultime, si sono ulteriormente rivelate antiche e moderne insieme, oltre ad essere tematiche che potranno essere di primaria importanza che per rintracciare un futuro migliore possibile. Anche nella Roma arcaica-monarchica, e non solo, vi erano profonde disparità tra uomini e donne, in cui il genere femminile era parte svantaggiata: disparità connesse all'affermarsi della proprietà privata, in cui le donne e, in generale, la famiglia, venivano considerate in modo simile ad una proprietà. Addirittura era stato tramandata una tradizione per cui, al tempo di Romolo, non era stato punito un marito che aveva assassinato la propria moglie per avere bevuto vino, considerata abitudine che poteva favorire l'adulterio, e solo in tarda età imperiale, anche per influenza della mentalità cristiana, venne biasimato in forma pubblicamente rilevante anche l'adulterio maschile. Validi anche gli approfondimenti sul concetto di "manus", cioè sull'autorità, e sul potere, che il pater familias ed il marito avevano su figlie e mogli: che tendevano a passare dalla tutela del padre a quella del marito; importante era anche il ruolo del suocero; il rapporto tra matrimonio e manus, inizialmente molto stretto, ed inscindibile, si attenuò col diffondersi maggiore del matrimonio consensuale, dal II secolo avanti Cristo. Prendendo le mosse da tali approfondimento, sorgono spontanee altre riflessioni, a proposito di paradigmi significativi di filosofia del diritto: è da tenere presente che sia graduale, infatti, l'affermarsi dell'idea che le leggi scritte, poi dette positive, debbano adeguarsi, ed eventualmente essere cambiate in meglio, per conformarsi al Logos, legge logica del modo, e connaturata anche alla mente umana, imperitura rispetto a luoghi e tempi differenti; tali riflessioni, accennate già in alcuni esponenti più colti della sofistica, erano state ulteriormente approfondire dagli stoici, ed in particolare dalla corrente eclettico-stoica di Cicerone nel suo "De re pubblica", e saranno alla base, molti secoli, dopo, di moderne formulazioni di diritto naturale, in particolare con Ugo Grozio e la sua scuola di pensiero. Tornando alla specifica questione messa in luce dagli approfondimenti della prof.ssa Oliviero Niglio, risulta ancora più evidente quanto sia un problema trasversale rispetto alle civiltà più diverse quello dell'oppressione ricorrente del genere femminile, contro cui molto si è fatto, ma molto è ancora da attuare: del resto, pur essendo i cosiddetti "delitti d'onore" , in realtà veri disonori per chi se ne macchi, associati maggiormente a Paesi diversi da quelli occidentali, sono tutt'altro che rari in femminicidi in Italia, anche in forme particolarmente barbare e per motivi del tutto abietti, da parte di soggetti maschili spesso insicuri e contemporaneamente invidiosi rispetto a capacità ed autonomia della donna, e che tendono a renderne insicura la vita stessa. Del resto, per quanto possa essere poco frequente, in Italia, una violenza, ad esempio, legata a possibili imposizioni matrimoniali, è di pochi giorni fa la notizia del matrimonio particolarmente osteggiato di una ragazza italiana, maggiorenne, il cui compagno, "poco gradito" soltanto perchè significativamente più maturo, è stato vittima di due inqualificabili, criminali aggressioni con l'acido, da parte dei genitori della giovane donna, secondo gli inquirenti. Venendo nuovamente al dibattito relativo all'incontro, ha visto diverse domande da parte del corpo docente e di persone alunne: l'occasione di dialogo si è quindi rivelata sentita, densa di prospettive possibili per un ulteriore miglioramento e sviluppo della condizione delle donna, oltre che di minoranze da non emarginare.