Follia vs. normalità: chi vincerà?
Quale è la linea di confine tra la follia e la normalità e chi può giudicare cosa sia realmente normale? È questo l’interrogativo urlato dagli autori delle opere esposte nel Museo della Follia, allestito nella splendida cornice della Pietrasanta, in via dei Tribunali a Napoli. Nel piccolo ma ricchissimo museo, ogni sala rappresenta uno degli elementi di questa complessa condizione umana e ogni quadro conduce alla esplorazione di una sua particolare visione. Tante opere e tanti artisti per descrivere le sofferenze delle persone che hanno vissuto la follia in terra, condizione che ha sempre destato gran paura negli altri, nei normali, e che, pertanto, non sempre ha ricevuto il giusto trattamento da parte della società civile.
Nei giorni scorsi, il Museo della Follia – che, ricordiamo, reca come sottotitolo “da Goya a Maradona” e si caratterizza per la curatela dello storico dell’arte Vittorio Sgarbi – si è arricchito della accattivante teatralizzazione serale dal titolo “Insania – la follia dentro”, una visita guidata promossa dell'Associazione Culturale NarteA, in collaborazione con Radicinnoviamoci e il Polo Culturale Pietrasanta.
Il percorso teatralizzato è stato ideato, scritto e diretto da Febo Quercia, che ha saputo rendere giustizia alle voci di chi per lungo tempo – molto spesso, per tutta la vita – non ha avuto alcun diritto di parola. In scena Raffaele Ausiello, Mario Di Fonzo e Roberta Frascati, tre promettenti attori che coinvolgono e catturano l’attenzione del pubblico, condotto nelle sale del museo dalla guida Matteo Borriello.
Il racconto del fardello di questa povera gente – concetto declinato nello spettacolo in senso fisico, ma anche metaforico – è ricco di umanità e la messinscena, che irrompe sempre con attenta discrezione nel percorso dei visitatori, lascia emergere in tutta la sua crudezza quanto l’animo umano possa essere inadatto a comprendere il suo simile.
La riflessione è amara e profonda: l’invito è entrare nel museo ma non per cercare un percorso, visto che l’unica via possibile è quella dello smarrimento.
Ed è così: nel museo puoi trovare i tuoi fantasmi e le tue paure ma potresti anche scoprire che quegli stessi fantasmi sono, molto più probabilmente, destinati ad essere impauriti da se stessi.
Perché, in fondo, la grande fortuna del mondo dei folli è che non esiste alcuna menzogna e voglia di normalità, cosa che spinge l’animo umano dei normali a nasconderci anche agli occhi di chi vogliamo bene.