“Inizia il matriarcato”: Nairobi de la casa de papel contro Salvini
Ragazza madre che partecipa ad una delle rapine più importanti di sempre, presso la Zecca di Stato Spagnola: Nairobi. Un personaggio che si è fatto decisamente sentire ed apprezzare, preferito dalla maggior parte degli spettatori della serie di Alex Pina, la quale non essendo ovviamente passata inosservata al complesso Netflix, è stata diffusa in tutto il mondo, con l’acquisto e la trasmissione della medesima, a partire dal 20 dicembre scorso. Nonostante si sia fatta conoscere, e quindi si sia mostrata per la prima volta agli italiani come una dei rapinatori più famosi della Spagna, Alba Flores era già precedentemente un personaggio noto in tutta la penisola iberica, non solo come attrice e figlia di un famoso cantante e compositore musicale, ma soprattutto per il suo attivismo in ambito politico. In primo luogo, difende a spada tratta il femminismo, professando la sua sorellanza con le donne di tutto il mondo: ”Il femminismo è qualcosa che mi appartiene, mi scorre nelle vene. Noi donne ci guardiamo a vicenda per strada, ci proteggiamo. Siamo una sorellanza”. Dalla sua grinta e forza personale in ambito, probabilmente deriverebbero i tratti del personaggio che ha interpretato, Nairobi, la quale ad un tratto, stanca dell’oppressione dei compagni violenti e sregolati, decide di porsi al vertice della rapina, riferendo di star iniziando “un matriarcato”. Altro problema fondamentale per l’attrice e per cui sempre si è battuta, è il razzismo: avendo discendenze gitane, essendo perciò una “zingara”, è sempre stata bullizzata a scuola e fatta da parte. Su queste basi, appare nella sua pagina instagram l’ashtag “SALVINIDIMISION”, stop al razzismo, stop antigitanismo, tutte parole correlate ad un articolo che la Flores ha rilasciato su Vanity Fair Italia, in cui decide di trattare l’argomento Salvini, definendo di essere fiera di essere gitana, e che se c’è qualcuno che dovrebbe andare via, quello è proprio il ministro leghista. “A scuola mi chiamavano zingara; anche se mi facevano star male quelle parole, non ho mai rinnegato le mie radici!”.