Gli spaghetti di Eduardo De Filippo

Con video – Quando pensiamo agli spaghetti, in assoluto ci viene in mente l’indimenticabile scena di “Un americano a Roma” in cui Alberto Sordi, nei panni di Nando Moriconi, un giovanottone di borgata con la fissa dell’America, a cavalcioni di una sedia impagliata, respinge i maccheroni preparati dalla madre per nutrirsi piuttosto con un disgustoso intruglio all’americana. Guardando, però, l’allettante piatto alla sua sinistra cede alla sua provocazione pronunciando la celeberrima frase: “Macarò…m’hai provocato e io te distruggo!”. A Napoli, invece, c’è una ricetta che oltre a stuzzicare l’appetito nonostante la semplicità dei suoi ingredienti, stuzzica anche la curiosità perché deve la sua paternità nientemeno che all’intramontabile Eduardo De Filippo. Si narra, infatti, che avesse l’abitudine di mangiare qualcosa insieme ai suoi fratelli alla fine di ogni spettacolo teatrale, anche a tarda sera. Ma, una volta, particolarmente stanco venne meno a quello che era oramai diventato un rituale, preferendo piuttosto rincasare ed ammannire la cena con un piatto preparato da sé. Si accorse di non disporre di vongole, ritrovandosi, dunque, costretto ad arrangiarsi con ciò che aveva in casa: aglio, olio, pomodorini e prezzemolo. Calata la pasta, mescolò il tutto e grazie alla sua perspicacia diede vita ad un piatto che di lì a poco sarebbe diventato un pezzo della storia di Napoli: gli spaghetti alle vongole “fujute” (scappate, fuggite, non presenti nel piatto). Soddisfatto della sua semplicissima, ma gustosissima trovata corse a millantarsene con la sorella Titina, alla quale rivelò che le sue papille gustative avevano sentito il sapore del mare, nonostante l’assenza delle vongole, assenza compensata da un’abbondante spolverata di prezzemolo. Come di consueto, il gusto e i sapori di un piatto destano la nostra attenzione, stuzzicano la nostra curiosità e divertono con aneddoti e storie gradevoli e divertenti, oltre ovviamente a soddisfare il palato!

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