Meraviglie sconosciute da capire e valorizzare: l’Arco di Adriano
Una delle meraviglie storiche ed artistiche della provincia di Caserta, purtroppo non opportunatamente valorizzata e che passa quasi del tutto inosservata ai più, è l’Arco di Adriano (detto anche “archi di Capua” o “arco Felice”): un antico arco romano che delimita il confine ideale tra la città di Santa Maria Capua Vetere e l’attuale Capua; ubicato alla fine di corso Aldo Moro, nei pressi dell’Anfiteatro campano.
Da una lapide ritrovata intorno al 1700, si pensa che l’arco sia stato costruito intorno al 130 d.C., in onore dell’imperatore Adriano che ricevette la gratitudine dei capuani in quanto aveva abbellito l’Anfiteatro e accresciuta la colonia. Sembra infatti che Adriano scegliesse Capua come luogo di riposo durante i suoi viaggi e dove amava godersi il clima, la campagna e le bellezze naturali. Pertanto, è quasi certo, che i capuani per riconoscenza, gli abbiano dedicato il maestoso arco.
Secondo alcuni studiosi, invece, l’arco di Adriano sarebbe stato eretto nel VI secolo d.C., sotto l’impero di Traiano che volle il prolungamento della via Appia.
Era un arco onorario o porta trionfale a tre fornici, le cui dimensioni raggiungono i 10 m di altezza e i 18,5 di larghezza. Esso era costruito in opera laterizia su uno zoccolo di travertino alto 50 cm e che in passato era rivestito da marmi e statue. Vi era, inoltre una scaletta posta sotto il pilone di sinistra la quale consentiva il passaggio ai pedoni senza che questi corressero il rischio di essere investiti dai carri.
L’aspetto odierno del monumento è ben diverso da quello antico in quanto su di esso hanno influito non solo la rovina delle strutture, ma anche ripetuti interventi di restauro.
Il monumento oggi si presenta in un mediocre stato di conservazione con alcune zone maggiormente in cattive condizioni. Dell’arco resta solo in fornice destro, e tre dei quattro piloni che sorreggevano le parti alte del monumento, i rivestimenti di marmo che lo ricoprivano sono ormai distrutti; le statue che occupavano le nicchie e i rilievi all’interno dei fornici, sono scomparsi del tutto. L’arco di Adriano è lasciato lì, nella più totale indifferenza e noncuranza, continuamente urtato e strisciato da mezzi di grandi dimensioni. Dell’antico e maestoso arco, non rimane altro che un cumulo di pietre, pronto a crollare da un momento all’altro.