Strage di Campagnola: il 10 ottobre a Marzano Appio il 75° anniversario dell’eccidio
L’autunno nell’alto casertano, sebbene non molti lo ricordino con la giusta considerazione, è piuttosto diverso da buona parte del resto d’Italia. È un autunno che, ogni anno, porta con sé tanto la bellezza di caldi colori che tingono i paesaggi di poetica ruggine, quanto l’aroma di frutti della tradizione gastronomica locale – castagne, funghi, tartufi, vinelli, zucca e così via – ma ne accompagna la rinnovata gioia con una considerazione molto amara e mesta. È il ricordo di ciò che la guerra volle regalare a questi ameni territori molti anni addietro e che, tristemente appunto, ne rinnova il messaggio anno dopo anno. Uno dei segni di questa diversità lo cogliamo nell’autunno di Marzano Appio, con precisione nella frazione di Campagnola che il 10 ottobre di 75 anni fa, durante questo infimo mese del ’43, divenne palcoscenico di una strage disumana tra gli inermi civili coinvolti nelle vicende del secondo conflitto mondiale. Una guerra che oggi appare, non solo per questioni temporali, sempre più lontana ma, in verità, è sostanzialmente la storia di una coraggiosa e attualissima resistenza al male. Si, coraggio vero, quello che da qualsiasi parte politica arrivi è stato abilmente affossato dal moderno consumismo, strano concetto postbellico grazie al quale si va in crisi quando lo smartphone perde la connessione mentre si deride, con cinica semplicità, una persona in difficoltà con la banalità di una cattiveria senza più consapevole scelta, come semplice riflesso di noi stessi. Nel ’43 il coraggio di una giovane donna, ancora bambina, fermò la mano assassina dei nazisti almeno per l’amato padre Alfonso De Quattro, uno degli uomini rastrellati dai militari tedeschi nella frazione di Campagnola per realizzare la sanguinosa ritorsione dopo il ferimento di un proprio commilitone poche ore prima. La vendetta di quei soldati, in nervosa ritirata a causa dell’avanzata degli angloamericani sul territorio campano, iniziata, come molti ricorderanno, il 9 settembre a Salerno con l’Operazione Avalanche, ma ancor più perché diventati ospiti indesiderati di un Paese che fino ad un momento prima era alleato politico e militare, si riversò con ferocia su 7 uomini e 4 maiali che sostituirono, miracolosamente, altri esseri umani destinati al mattatoio del terribile conflitto in corso. Un episodio ancor più doloroso pensando che chi si salvò, dopo esser stato circondato da ben 8 figli e dalla coraggiosa Carina De Quattro, amorevole bambina che sfidò i nazisti chiedendo di uccidere l’intera famiglia, dovette poi cedere il proprio carretto per portare i resti umani dei fucilati alla pietosa località di sepoltura. Un episodio indelebile che ho avuto l’onore di ascoltare dalle vive parole della lucidissima nonnina Cara Amore, più conosciuta come Carina De Quattro, che verrà ricordato grazie alla commemorazione organizzata dall’Amministrazione comunale di Marzano Appio il prossimo 10 ottobre, dalle ore 9:30, con raduno presso il sagrato della Chiesa dei SS. Pietro e Paolo nella stessa frazione della strage. La cerimonia, con la presenza delle autorità religiose e militari, introdotta dai saluti del Sindaco dott. Carlo Eugenio Ferrucci e dell’Assessore Rossana Carcieri, terminerà con la toccante posa della corona d’alloro sul monumento ai caduti di una tragedia di settantacinque anni fa. Si, una tragedia che, come le altre registrate nel casertano, rende l’autunno di questi luoghi un po’ più mesto e sicuramente più riflessivo. Un autunno che chiama i cittadini a raccolta per ricordare, commemorare, lanciare un pensiero ad eventi che non devono assolutamente più ripetersi. I paesaggi dell’autunno casertano si tinsero di rosso sangue nell’ottobre del ’43. Un rosso indelebile. Non dimentichiamoli.