Il territorio ‘Sannio Falanghina’ Città Europea del Vino 2019
Il territorio Sannio Falanghina è la Città Europea del Vino 2019. L’ufficializzazione avvenuta a Bruxelles nella sede del Parlamento europeo dove le cinque realtà territoriali, ovvero i comuni di Guardia Sanframondi (capofila), Castelvenere, Sant’Agata dei Goti, Solopaca e Torrecuso, tutti della provincia di Benevento, avevano presentato la candidatura.
Floriano Panza, sindaco di Guardia Sanframondi ha dichiarato: “E’ una data storica, non solo per i cinque comuni ma per l’intero Sannio e la regione Campania. Le cinque realtà territoriali hanno infatti presentato un articolato dossier per vedersi riconoscere Città Europea del Vino 2019 da parte di Recevin, la rete europea delle Città del Vino, formata dalle associazioni nazionali presenti negli undici Paesi membri (Germania, Austria, Bulgaria, Slovenia, Spagna, Francia, Grecia, Ungheria, Italia, Portogallo e Serbia) per un totale di quasi 800 città di tutta Europa”.
Gennarino Masiello, presidente provinciale e vicepresidente nazionale di Coldiretti, dopo la dichiarazione come Capitale europea del vino Ewc 2019 dei territori di Guardia Sanframondi (capofila), Castelvenere, Sant’Agata dei Goti, Solopaca e Torrecuso, ha commentato: “L’ufficializzazione del territorio Sannio Falanghina come Città europea del Vino 2019 rappresenta una grande opportunità per il sistema economico provinciale e regionale, ma soprattutto per affermare definitivamente un nuovo modello agricolo che alza l’asticella della viticoltura sannita verso la qualità, la capacità di stare sul mercato, il legame con il turismo. Complimenti ai sindaci dei cinque Comuni e alle istituzioni coinvolte per l’ottimo lavoro svolto”.
Nel corso degli ultimi anni le capitali europee del vino che si sono succedute sono Palmela (Portogallo, 2012); Marsala (Italia, 2013); Jerez de La Frontera (Spagna, 2014); Resguengos de Monsaraz (Portogallo, 2015); Valdobbiadene-Conegliano (Italia, 2016); Cambados in Galizia (Spagna, 2017); Torres Vedras/Alenquer e Rethimnos (rispettivamente Portogallo e Grecia, 2018).
Fonte La Repubblica.it