Il capodanno dei celti: Halloween
Zucche con macabri sorrisi, bambini mascherati, decorazioni spaventose: Halloween è alle porte.
Ma cos’è veramente questa festa? Contrariamente a quanto tanti pensano, Halloween non nasce in America ma ha origini antichissime di oltre 2000 anni rintracciabili in Irlanda popolata al tempo dai Celti; popolo di pastori ed allevatori. Halloween corrisponde infatti a” Samhain” ovvero il capodanno celtico.
Per i Celti, infatti, l’anno nuovo non cominciava il 1° gennaio, bensì il 1° novembre, quando terminava la stagione calda ed iniziava la stagione delle tenebre e del freddo. Il passaggio dall’estate all’inverno e dal vecchio al nuovo anno veniva celebrato con lunghi festeggiamenti, lo “Samhain” che in gaelico significa “Fine dell’estate” o “festa del sole”.
I Celti credevano che alla vigilia di ogni nuovo anno, cioè il 31 ottobre, Samhain chiamasse a sé tutti gli spiriti dei morti e che questi si unissero al mondo dei viventi e che vagassero indisturbati sulla terra. In seguito a ciò, si diffuse l’usanza di lasciare fuori gli usci delle case cibo e fiaccole per le anime dei defunti che avessero fatto visita ai propri familiari affinché potessero mangiare e non fare brutti scherzi ai viventi (da qui il famoso “dolcetto o scherzetto”).
Con l’avvento del Cristianesimo, Halloween non fu del tutto sradicata ma fu cristianizzata tramite l’istituzione del giorno di Ognissanti il 1° Novembre (609 d.C.) e, in seguito, della commemorazione dei defunti il 2 Novembre (998 d.C). Nel XIX secolo, l’Irlanda fu invasa da una terribile Carestia che costrinse molte famiglie ad emigrare negli Stati Uniti. Man mano, dai piccoli nuclei familiari, Halloween esplose diventando una festa nazionale. In America, questa tradizione, ha perso le forti connotazioni religiose tipicamente celtiche diventando una delle feste più attese e divertenti dell’anno. Essa è anche molto fruttuosa tanto che si attesta che si spendono 2 miliardi di dollari all’anno per l’acquisto di oggetti ed alimenti riconducibili ad Halloween.