Italia di condizionati intellettuali, morali, emozionali crescenti
Una delle figure più importanti della storia politica della Calabria, Gaspare Colosimo (1859-1944), deputato, ministro, anche capo di governo ad interim (l’unico nella storia della nobile Regione) dell’Italia dell’Unità e della Libertà (la nostra grande Madre), uno dei più grandi avvocati della sua epoca, filantropo raro, che con sua moglie, nel ricordo del figlio prematuramente scomparso nel 1913, diede ingenti mezzi per far nascere uno dei più famosi istituti per ciechi d’Italia, ancora esistente, il ‘Paolo Colosimo’ di Napoli, la nobile, cara città nella quale visse (senza mai dimenticare la natìa Calabria), aveva avuto il doveroso onore di un busto dai suoi storici concittadini e con questa intestazione:
“Il migliore
fra i Figli della Calabria
Gaspare Colosimo
Patriota Statista
Colonialista
Giureconsulto Filantropo
alla Gran Madre Italia
con giovanile entusiasmo
con amore infinito
dedicó tutta la vita.”
Si poteva (secondo il mio personale, quindi limitato, parere, discutere se quella espressione ‘Il migliore’ non poteva essere sostituita con ‘Uno dei migliori’ ; se quel riferimento a ‘ministro anche delle Colonie’ fosse opportuno, nel nostro tempo che giustamente coglie tanti limiti nei confronti di quella stagione comunque complessa e sempre più da approfondire, fatta non solo di limiti, ma anche di diversi stimoli ed opportunità di modernizzazione (presenti anche nell’attività di Colosimo come ministro delle colonie), se si vuole essere obiettivi nel giudizio storico, di uno dei momenti della storia mondiale, quale fu il colonialismo, che aveva come primi protagonisti Inghilterra e Francia; si poteva e si deve approfondire la stagione dal 1924 al 1944 nella vita di una Personalità, la cui più grande parabola storica si era comunque svolta ed esaurita a 65 anni, in un periodo in cui il consenso al regime era della quasi totalità degli italiani, delle italiane. Si conosce che dedicó i suoi ultimi anni all’azione filantropica con la moglie Tommasina Grandinetti, che acquistó nel 1927 la nuova, grande sede di Via Santa Teresa degli Scalzi (dove opera tuttora) del citato istituto per ciechi, che aveva già accolto anche i soldati ciechi della I Guerra Mondiali, per dare ad essi una preparazione professionale e cosi sbocchi lavorativi.
Alcuni attuali abitanti del suo paese natale (Colosimi, in provincia di Cosenza) hanno deciso due anni fa di spostare il suo busto, sito nel centro della cittadina, a dar luce di comunque nobile memoria locale e regionale, in particolare risorgimentale, in una piazzetta per far posto ad un’anonima fontana.
L’attacco alla nobile memoria risorgimentale, ad opera di persone condizionate dall’egemonia di cattolici clericali e vaticani, di socialcomunisti marxisti-leninisti (straripanti dal secondo dopoguerra), di fascisti e postfascisti (esteriormente esaltatori dell’unità, della nazione, della Patria, ma di fatto suoi nemici in quelle che furono le altre sue conquiste della Libertà, del rispetto e della fraternità delle nazionalità, della laicità dello Stato, dello spirito europeo), di qualunquisti, tutti nemici di fondo, si ripete, dell’Italia risorgimentale una, libera, laica, moderna, adulta (nostra grande, granitica Madre), tutti variamente convergenti nella masochista tendenza alla rimozione, all’offesa della verità storica, sta producendo in vari modi i suoi velenosi frutti civili.
Ignorare, offendere, devastare l’opera e la memoria bisecolari più grandi e miracolose della storia d’Italia, quelle risorgimentali, della modernità, della Libertà, dell’Unità, della laicità, della crescente democrazia (con il suffragio universale maschile raggiunto nel 1912), d’Italia, dagli inizi del Settecento alla Prima Guerra d’Italia, significa ridurre le generazioni attuali e del futuro al pericoloso e tragico nullismo insapore e banale del ‘presentismo’, della tragica ossessiva catena della ‘cronaca’, senza memoria e senza storia, e quindi senza vera progettualità verso il futuro, che sono intimamente connessi (anche neurologicamente i circuiti della memoria sono gli stessi della progettualità del futuro, per cui, se non si percorrono e non si attivano i primi, non si sviluppano nemmeno i secondi).