Ad Flexum lancia il nuovo calendario 2019 sugli artigiani della stramma
L’attivissima associazione “Ad Flexum” di San Pietro Infine, mentre continua a divulgare il valore della memoria, ad esempio attraverso le presentazioni di interessanti lavori editoriali, ha realizzato, anche per il nuovo anno, il tanto atteso Calendario 2019. La laboriosa e instancabile Associazione culturale, presieduta da Maurizio Zambardi, festeggia la diciassettesima edizione di questo appuntamento fotografico che miscela la cultura all’arte e accompagna i lettori nell’arduo viaggio della vita quotidiana dalla prima lontana edizione del 2003. Quest’anno il tema scelto dall’Associazione, che ovviamente ruota intorno al territorio di San Pietro Infine, bellissimo centro arroccato all’estremo confine nord della Campania, è l’artigianato della stramma, un laborioso modus operandi manuale che affonda le radici nella notte dei tempi, tipico del luogo, ma che purtroppo è oramai totalmente perduto considerando pure che, poco più di un mese fa, è scomparsa l’ultima vera artigiana della stramma, l’ultranovantenne Maria Carmina Bocchino.
Il Calendario, che si basa sulle ricerche dell’attivissimo Presidente della Ad Flexum, raccoglie stupende immagini degli ultimi artigiani della stramma a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, scatti acquisiti dallo stesso Zambardi che nel 1997, insieme al compianto Amerigo Iannaccone, ha pubblicato l’interessante testo “La stramma- un artigianato in via di estinzione”. In occasione dell’uscita del Calendario l’Associazione “Ad Flexum” ha proposto anche una Mostra Fotografica dal il titolo “Gli ultimi artigiani della stramma” visitabile, a partire dall’8 dicembre, nella sede dell’Associazione in Piazza San Nicola, nel Vecchio Centro di San Pietro Infine, ora Parco della Memoria Storica. Un duplice modo, quindi, di far rivivere e mantenere la memoria storica di una forma d’artigianato importante inghiottita, purtroppo, da quella modernità cieca e becera in grado solo di proporre i derivati del petrolio, prodotti plastici senz’anima che hanno invaso mari, fiumi e terreni.
Testo riportato in copertina del “Calendario Ad Flexum 2019”
L’artigianato della “stramma” a San Pietro Infine
Oltre alla produzione dell’olio d’oliva a San Pietro Infine vi era fino a qualche anno fa un antico artigianato, tipico del luogo, singolare ed originale: quello della lavorazione della stramma.
Un artigianato che, purtroppo, si è estinto del tutto con la scomparsa dell’ultima artigiana della stramma Maria Carmina Bocchino. La stramma è un tipo di erba perenne molto resistente, diffusissima nel bacino del Mediterraneo, appartenente alla famiglia delle Graminacee, ha culmi cespugliosi, foglie lineari tenaci e margini ruvidi. Plinio il Vecchio ne parla nelle sue NaturalisHistoriae. In italiano l’erba di cui si parla è detta ampelodesma (Ampelodesmostenax Link), ed è anche indicata a volte col nome generico di sparto o anche tagliamani, per via delle foglie taglienti che possono ferire le mani se prese non per il verso giusto. In passato su questa risorsa, povera, e molto diffusa in natura, si è costruita buona parte dell’economia del paese di San Pietro Infine, si sono sviluppate le prime forme di commercio, si sono stabiliti contatti con comunità limitrofe e lontane. Si è esercitato l’ingegno dei sampietresi, si è misurata la loro inventiva, è cresciuta la loro fantasia. Gli elementi base per la produzione dei manufatti sono lo spago e la cetta. Lo spago è realizzato intrecciando a cordoni due o tre gruppi, detti litti, di piú fili di stramma. La cetta è una treccia particolare a sette capi, piatta e larga. Lo spago veniva utilizzato come legaccio per sostenere i rami degli alberi da frutto, oppure per l’allevamento delle cozze. Cucendo invece la cetta si ottenevano i manufatti più svariati, dallo zerbino alla sporta, allo sportone e via dicendo. Altro manufatto che ha una lavorazione a parte è la scopa, forse uno dei pochi prodotti ancora oggi realizzati, anche se raramente, perché di facile lavorazione.
Nell’immediato dopoguerra più del 60% della forza lavorativa di San Pietro Infine si dedicava all’artigianato della stramma. Poi, gradatamente, questo tipo di lavorazione si è sempre più ridotta, fino a scomparire del tutto, a causa dell’avvento di nuovi materiali. Oggi, purtroppo, dobbiamo registrare che l’artigianato della stramma appartiene solo alla storia del paese.