Stonehenge
Gli studiosi sono soliti suddividere l’età della pietra in tre fasi: Paleolitico, all’incirca tra 2.000.000 e 10.000 anni fa, Mesolitico, a titolo orientativo tra 10.000 e 8.000 anni or sono, e Neolitico, indicativamente tra 8.000 e 4.000 anni fa.
A quest’ultimo periodo è da attribuire la datazione della famosa plaga archeologica di Stonehenge, situata nella Contea inglese di Wiltshire, e più precisamente nei pressi della città di Amesbury, nella cosiddetta Salisbury Plain.
Stonehenge è un’antica vestigia, un cromlech, cioè una sequenza di megaliti monolitici a pianta circolare con un diametro di 100 metri per un totale di 166 blocchi di pietra, taluni collegati mediante architravi in pietra metamorfica, mentre l’ara principale è fatta di roccia detritica arenaria ed è posizionata all’interno di cinque sistemi trilitici.
L’ingresso è consentito grazie ad un sentiero che si apre tra due canali e che porta direttamente al blocco Heel Stone in prossimità dell’accesso.
Molto si è discusso circa la sua funzione, ma l’ipotesi più accreditata è quella di una specola e di un santuario dedicato alla venerazione dei corpi celesti. Tale ipotesi è suffragata dalla presenza di cavità nel terreno il cui numero ricorda il calcolo degli anni tra due eclissi di Luna, e le fasi del nostro satellite nel mese sinodico vengono indicate dall’ubicazione dei monoliti, che segnano anche la levata del Sole e la Luna calante nel punto massimo e minimo di declinazione.
Infatti, lo statunitense Gerald Stanley Hawkins, docente dell’Università di Boston, attraverso i suoi studi e i suoi lavori di archeoastronomia, definì il sito come un vero e proprio computer per il calcolo dei moti astrali del sistema Sole-Terra-Luna.
Invece, Timothy Darvill, docente presso la Bournemouth University del Dorset, Regno Unito, con l’ausilio dell’archeologo inglese Miles Russel e del teologo britannico Geoffrey Wainwright, ha presentato studi secondo i quali Stonehenge era considerata una primordiale meta di recupero della salute.
Altresì, Michael Parker Pearson, docente dell’Istituto di Archeologia dell’University College di Londra e responsabile del progetto Stonehenge Riverside, sostiene che la plaga era un cimitero monumentale dedicato alla sepoltura di eminenti personalità dell’epoca.
Affascinanti le ipotesi sulla sua edificazione: considerando che i menhir più alti raggiungono i 9 metri d’altezza e le 40 tonnellate di peso, si ipotizza l’intervento di migliaia di uomini, l’utilizzo di macchine arcaiche, tregge grossolane e legname in pile. Qualcuno ha ritenuto che Stonehenge sia stato realizzato per volere dei Druidi, sacerdoti e alte autorità celtiche, o che riproduca nella struttura la progettistica dell’Urbe, ma queste supposizioni non sono suffragate dal punto di vista cronotopico.
C’è da dire che l’attuale disposizione è una ricostruzione del ‘900 mediante anastilosi: questa tecnica di riedificazione strutturale ha innescato tra gli “addetti ai lavori” non poche polemiche sull’originalità dell’area.
Nel 1986 l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura ha dichiarato il sito archeologico di Stonehenge patrimonio dell’umanità.