Lavoro-studenti: istruzioni per l’uso
Ogni giorno in Italia, uno studente si sveglia, studia, si appassiona; coltiva un sogno e delle speranze che saranno distrutte ad ora di pranzo, all’ascolto del telegiornale: “disoccupazione”, “fuga di cervelli”, “redistribuzione”. Per non parlare poi degli speciali su “quali sono le lauree che più rendono”.
Non sarebbe meglio a quel punto guardare i Simpson?
Non sappiamo se con certezza sia o meno, una manovra politica. Non sappiamo chi resterà a casa post laurea, e chi fuggirà a Londra. Non conosciamo delle future, ipotetiche proposte lavorative, probabili anche in un campo differente da quello per cui ci siamo specializzati. Non sappiamo chi avrà una famiglia, o una pensione.
Ma la più oscura delle domande resta: IO, ce la farò? Riuscirò a raggiungere la vetta che sogno?
Purtroppo non c’è una risposta a questa domanda, che sia almeno oggettiva. L’unica certezza è che ognuno ha un’ambizione che sceglie di coltivare o meno; c’è chi si mette in gioco, chi molla in partenza. Siamo tutti bene o male visti come dei poveri illusi dai parenti a natale, o quando ci presentiamo urlando fieramente la ragione per la quale viviamo, perché di questo si parla. Biologo, ingegnere, infermiere, insegnante, avvocato, medico, traduttore, giornalista, scrittore, programmatore, musicista, sociologo, antropologo, scultore, cantante, attore e commercialista. Non siamo il peso, siamo la ricchezza del nostro Paese, che ci meriti o meno. E non c’è padre disfattista, professore frustrato o “governo” che tenga. Dobbiamo davvero credergli? Dobbiamo davvero finire per amare il nostro “Grande Fratello”? Siamo un esercito, ed in quanto tale abbiamo il compito di tutelarci e difenderci ogni giorno dai divoratori di sogni che ci circondano: zombie che vogliono “mangiare i nostri cervelli”.
“Non so come tu mi stia guardando. Con tristezza? Disprezzo? Compassione? Amore? Forse solo con indifferenza. Credo tu sappia già che non sono un gran credente. Immagino di aver riposto la mia fede in qualcos’altro. Nella mia famiglia, soprattutto. Nei miei amici. Nel mio lavoro. Mi servirebbe qualcosa che mi aiuti ad andare avanti. Una specie di riscontro. Qualche segnale che sto facendo la cosa giusta. Non sai quanto sia difficile saperlo. Be’, forse tu lo sai. Ehi, senti, non mi servono tutte le risposte. Solo un indizio, un segno. Qualsiasi segno andrà bene.”
[cit. The Walking Dead]