Napoli – Salisburgo, l’altra partita…
Apparirà strano ai lettori commentare una partita cominciata al 94° dove non sono mancate azioni o dribbling e nemmeno emozioni, gioie e dolori perché noi napoletani non ci facciamo mancare nulla. Vado in ordine. E’ appena terminata la partita dei sedicesimi di Europa League che ha visto trionfare per 3 reti a 0 la squadra Partenopea ai danni degli austriaci del Salisburgo. Il triplice fischio dell’arbitro si sente bene dagli spalti e danno il via a migliaia di applausi indirizzati ai vincitori e ai vinti per le tante emozioni regalate ad entrambe le tifoserie in una serata piacevole, a dir poco, primaverile. Sotto gli applausi le immagini di uno stadio che pian piano si svuota mentre al centro del campo i giocatori come da regolamento si salutano e abbracciano in segno di fair play come se fosse una giornata di festa per tutti. Tra cotanta gioia fa rumore e rimbalza agli occhi e nel cuore di ogni tifoso napoletano la tristezza ed il capo chino di Insigne che al triplice fischio con testa abbassata va spedito negli spogliatoi incurante del fatto che i compagni Mertens, Milik, Ruiz e Koulibaly seppur stremati, stringono i denti e fanno il giro del campo distribuendo saluti e cuori battendo ripetutamente la mano sul cuore dove è cucito lo stemma della squadra azzurra. Quattro giocatori che non sapendo nulla di Napoli e del Napoli sono entrati di diritto nel cuore di ogni tifoso. Quattro giocatori non italiani hanno preferito ritardare la doccia ed il thè caldo per ringraziare i tifosi dell’incessante sostegno e calore che ha accompagnato i giocatori per 90 minuti intensi. “perché Lorenzo (Insigne) è scappato” mormora un gruppo di tifosi, “che gli è venuto? “. La gente lo ha notato, ha visto il suo gesto ed ha cercato di capire lo stato d’animo del giocatore che domenica scorsa ha fallito contro la Juventus un calcio di rigore. Eppure Insigne conosce il cuore dei napoletani, sa bene che Napoli ed il Napoli perdonano. I napoletani, come lui, non si aspettavano da lui questo comportamento. “Napoli – dice un signore alla sua famiglia – non lo ha fischiato ma applaudito”. Insigne entra in campo a circa mezz’ora dalla fine, tocca pochi palloni perché ormai il Napoli dopo il terzo goal ha archiviato la pratica blindando il risultato anche per la sfida di ritorno prevista giovedì 14 marzo nella città Austriaca alla cui squadra toccherà fare un’impresa e vincere con 3 goal di scarto.
Sembra esser stanco Insigne. Corre senza grinta, sbaglia qualche passaggio dando l’impressione del grande assente alla festa, si proprio lui che è napoletano e spesse volte ha ricordato degli enormi sacrifici che il padre faceva per portarlo allo stadio accanto alla stessa gente che ieri sera era lì ad applaudire mentre lui girava le spalle e si rintanava negli spogliatoi generando perplessità nella sua gente. Cerco di calmare gli animi dicendo che forse è ancora mortificato per il rigore fallito ma trovo persone che scuotono il capo e che son lì ogni due settimane a respirare il profumo d’erba del San Paolo per vedere trionfare il Napoli. Mi sento fuori posto. Un giornalista in tribuna d’onore è facilitato a scrivere e descrivere la partita ma quando scegli di esser tifoso allora stai in mezzo alla gente e ti viene la voglia di descrivere emozioni, entusiasmo, commenti tecnici e tattici parimenti a quelli che si vivono in mezzo al campo o in un programma televisivo sportivo. Critiche e contraddizioni non mancano e le azioni inspiegabili e negative fatte da leader come lo è Insigne lasciano l’amaro in bocca dal sapore di una sconfitta. Il Napoli vince ma Napoli torna a casa sconfitto, deluso e tradito dal suo stesso sangue. Una storia che si ripete, ma Napoli è sempre lì che perdona e ama i suoi figli. Sì perché come diceva Filumena Marturano: “e’ figl song figli”. A Napoli non servono le spalle ma il cuore!
Forza Lorenzo!!!