Vanna Corvese incontra lo scrittore Gianni Santarpino per parlare del suo libro “Omicidio a Mergellina”
Caserta – Giovedì 14 marzo 2019 Vanna Corvese, ore 17, incontra presso “La Canonica” piazza Alfonso Ruggiero, (alle spalle del Comune) lo scrittore Gianni Santarpino per parlare del suo libro “Omicidio a Mergellina”. Oltre Vanna Corvese partecipano Valeria Sidonio e Gianni Santarpino. Coordina Anna Giordano, segue dibattito.
La scena del delitto
“Quando è nel giusto, il debole vince anche il forte” (Sofocle, Edipo a Colono)
Apre uno spiraglio di speranza (e sembra adombrare una soluzione) la frase di Sofocle che il giallista Gianni Santarpino pone come esergo del suo nuovo romanzo edito da Libro/mania, ambientato nella Napoli di oggi, dopo la serie di noir storici che ha pubblicato precedentemente. Nel libro, fresco di stampa, un intreccio ben congegnato acquista particolare rilievo sullo sfondo della città bella e generosa, che l’autore mostra di conoscere profondamente nei suoi enigmi, nelle sue contraddizioni e nelle diverse scelte dei suoi abitanti.
In “Omicidio a Mergellina” la storia di un duplice delitto e la difficile ricostruzione dei fatti s’inseriscono nella complessa realtà sociale urbana, in cui il protagonista si muove con le sue debolezze e la sua perseveranza. L’avvocato Peppe Palermo non è quello che si definisce un vincente, e la sua vita conferma questo giudizio: vive in un monolocale al quinto piano di uno stabile senza ascensore e lavora tra mille difficoltà in una sede sindacale di quartiere, aperta gratuitamente a immigrati, poveri, clandestini, tutti bisognosi di servizi legali e sanitari. Quest’uomo fa parte di un mondo “invisibile ed extraterritoriale”, vicino, ma estraneo alla città.
Ha degli amici fedeli, Marco e Fausto. Il primo è un medico, spesso convocato a qualsiasi ora per un’emergenza, il secondo è un avvocato, pronto ad aiutare persone sprovvedute che cadono nelle maglie della giustizia per piccoli reati o per ingiuste accuse.
Un personaggio che esprime la solidarietà operosa della sede sindacale è Armando. A un certo punto tuttavia si scoprirà quanto è difficile provare a gettare ponti tra condizioni e culture differenti. Nel corso della vicenda il protagonista incontra altri amici e qualche collaboratore imprevisto, come l’entusiasta Pierpaolo con la fissazione delle foto di annunci mortuari, che riveleranno indizi importantissimi, in una dinamica narrativa avvincente. L’attività affannosa si alterna a pause in cui si respira la consolazione dell’amicizia.
Peppe ama Giulia, sposata a un parlamentare, e questo sentimento illumina le sue giornate, anche se affiora il dubbio che la sua relazione non potrà durare. Proprio in quest’ambito si scoprirà qualche indizio utile per le indagini.
L’azione ha inizio quando il giovane Miki è sospettato e poi arrestato per l’omicidio della sua fidanzata Vesna, che appartiene come lui al mondo dei rom. La ragazza è statatrovata nell’ascensore del palazzo in cui lavorava, strangolata forse con una cintura, ma l’oggetto non si trova. Il rom viene picchiato selvaggiamente dai compagni di cella per quell’accusa infamante, quindi trasferito in ospedale sotto sorveglianza. Peppe Palermo decide che non lo abbandonerà, è suo amico, e chiede aiuto a Fausto. Fin dall’inizio intuisce che Miki è una vittima, il movente della gelosia non è convincente e l’ipotesi della sua innocenza potrà essere confermata da analisi di laboratorio, fotografie, registrazioni e testimonianze, ma soprattutto dall’osservazione del quartiere e dalla paziente indagine sulle persone che ruotano intorno al palazzo di Corso Vittorio Emanuele. Un altro luogo è centrale per l’inchiesta: un Internet point, dove si svolgono attività illegali.
Attraverso accertamenti e ragionamenti si giungerà alla soluzione del caso.
Mi colpisce in questa narrazione la capacità di rappresentare efficacemente alcuni personaggi, sia nelle loro attività sia nelle pause di meditazione. Li vediamo agire con una pazienza che non cede mai alla rassegnazione, rivelando vari aspetti di un’umanità emozionante.