Intervista a Lali Panchulidze
“Siamo un arcobaleno di diverse culture, che non vogliono mescolarsi nel grigio mondialismo”: è questa una delle eloquenti, incisive riflessioni di Lali Panchulidze, presidente dell’Associazione Acigea, che promuove dialogo culturale, interazione economica, tra Georgia, Armenia, e rappresentanti dell’Italia, ed altro ancora. Esponenti di una cultura antica ed intensamente sentita, Lali Panchulidze ed in generale l’Associazione Acigea rimarcano l’importanza anche di una possibile strada verso il futuro, in cui l’Eurasia ed, in particolare, una impostazione che valorizzi l’eurasiatismo, controbilanci un mondo troppo squilibrato in senso atlantista-ultracapitalista. Parte di una nobile famiglia georgiana cristiana-ortodossa, e rappresentante della famiglia reale Bragationi, di Georgia, Armenia e Cilicia, in Italia, Lali Panchulidze, laureata in letteratura e consulente in uno studio legale, unisce la fedeltà alle tradizioni con l’apertura alla modernità e con toni particolarmente cordiali ed atteggiamenti alla mano verso gli interlocutori. Inoltre, l’Associazione Acigea è impegnata in diverse importanti iniziative di dialogo tra confessioni religiose e benefiche, che non dimenticano la nobiltà morale del cercare di favorire la pace tra i popoli: pace che può derivare anche da una migliore conoscenza reciproca. Anche per questo la Georgia, l’antica Colchide del mito di Giasone, terra in cui realmente vi furono anche insediamenti greci ancora culturalmente significativi, è tuttora una nazione di incontro, da conoscere molto meglio.
1) L’Associazione Acigea promuove una migliore conoscenza della Georgia,
attraverso viaggi, incontri di cultura, diffusione di prodotti di
pregio, che sono un fiore all’occhiello della sua economia, con un
valore storico e simbolico. Puoi esporci di più alcune specificità della
Georgia, che la rendono più originale e preziosa?
La posizione geografica centrale fra Europa e Asia ha creato e plasmato nei secoli la perla del Caucaso, sintesi originale di culture differenti, di mondo occidentale e orientale. La Georgia è una civiltà unica, una terra ricca di paesaggi naturali incredibili, potenti e ancora selvaggi, ma anche di storia, monumenti, identità religiosa, folklore, cibi tradizionali ed il nostro famoso vino. ACIGEA promuove quindi viaggi turistici, culturali ed enogastronomici, nel Caucaso, in Georgia e Armenia. Ma oltre al turismo vi sono anche molte opportunità per imprenditori ed investitori italiani, con interessanti incentivi amministratici e fiscali da parte del nostro governo.
2) Nella terra georgiana è radicata una antichissima cultura
cristiana-ortodossa per cui, tra gli ideali che animano l’associazione
Acigea, vi è l’intensificazione di un dialogo di pace tra cristiani
occidentali ed orientali: puoi spiegare di più in cosa consistano le
vostre iniziative in proposito?
La Chiesa Apostolica di Georgia è una delle più antiche chiese autocefale cristiane ortodosse. L’identità della Georgia è fondata sulla religione come simbolicamente chiaro nella nostra bandiera crociata, simile al vessillo templare della Città Santa di Gerusalemme, e nello stemma dello stato ovvero San Giorgio Megalomartire, Protettore della Georgia e di tutta la cavalleria cristiana, che uccide il diabolico drago. Il mondo cristiano, di fronte al terrorismo islamico ma anche agli altrettanto pericolosi materialismo consumista e relativismo morale, tipici del decadente modello liberal capitalista, deve ritrovare identità e unità, per un mondo migliore di pace, benessere diffuso e giustizia sociale, rispetto di tutti, innanzitutto di noi stessi.
3) Sei parte della nobile famiglia georgiana Panchulidze e rappresenti la Casa Reale Bragationi, che nei secoli fu famiglia regnante per Georgia, Armenia e Cilicia. Ci puoi aiutare a conoscere meglio le vicende di questa storica dinastia? In particolare, perchè sia importante per una parte dell’identità della Georgia, se ci siano stati problemi di particolare rilievo in epoca comunista sovietica, e quali siano ruolo e prospettive, nell’ottica del futuro.
La mia famiglia è sempre stata fedele, nei secoli, alla nostra gloriosa dinastia Bagrationi che ha governato sul Caucaso per oltre 1500 anni. I Bagrationi sono stati l’anima della Georgia cristiana ortodossa, la sua corona che univa i vari klan, il suo scettro che governava in pace, la sua spada che ne difendeva i sacri confini e diritti. La nostra era una monarchia tradizionale e tribale dove re, principi, nobili, cavalieri e popolo vivevano in gerarchica armonia, con grande senso del dovere, della giustizia e dell’onore. Oggi il giovane Principe Irakli Bagationi e la Casa Reale di Imereti promuovono innanzitutto l’identità della Georgia nel mondo, attraverso iniziative culturali e benefiche. La nostra delegazione organizza presentazione di libri, mostre d’arte e concerti, convegni ed eventi enogastronomici, portando avanti il dialogo ecumenico con i fratelli cattolici, relazioni economiche e dipolomatiche eurasiatiche.
4) L’associazione Acigea non si occupa di politica in senso attivo, e spesso si è concentrata su iniziative benefiche, tuttavia siete anche attenti a favorire dialogo e pace grazie ad una visione eurasiatista:
modello di impostazione per diverse teorie geopolitiche. Tu stessa, in
un’altra intervista, hai considerato la vostra impostazione un argine a
certe diaboliche manovre contro la pace, dicevi, che effettivamente sono
state messe in atto da NATO e CIA, per aggredire e destabilizzare…
Puoi farci maggiormente presente il perchè del concetto di Eurasia,
anche per favorire un mondo multipolare e quindi più equilibrato e giusto?
La Georgia è il cuore dell’Eurasia, il ponte elevatoio, su e giù a secondo delle diverse circostanze storiche, che unisce l’Occidente all’Oriente. Noi siamo una terra di confine, l’ultimo ed estremo baluardo cristiano, il limes romano, ma dopo di noi non ci sono i barbari ma grandi imperi e civiltà: la Persia, l’India e la Cina. E naturalmente la Russia Ortodossa, nostra sorella più grande (solo come dimensioni), alla quale siamo storicamente e culturalmente legati. Io non faccio politica ma basta guardare il mappamondo per capire dove e come siamo: vicino all’Europa ed al Mediterraneo e molto lontani dall’Atlantico e dalle Americhe…
5) Avete rapporti particolari con altre realtà con altre realtà
associative e/ politico-sociali, con cui il dialogo sia particolarmente
fruttuoso? E c’è qualcosa che vuole aggiungere, che finora non è stato
adeguatamente rimarcato, a proposito del vostri impegno?
ACIGEA collabora con tutte le istituzioni italiane, nazionali e locali, particolarmente con Regione Lombardia, ma anche con il Parlamento Europeo. Siamo partner ed amici della associazione culturale Lombardia Russia di Gianluca Savoini, e del Centro Studi Sinergie, ma lavoriamo a stretto contatto con tutte le comunità straniere ortodosse presenti in Italia: georgiani, russi, armeni, greci, serbi e romeni… ma anche con kazaki, uzbeki e kirghisi. Siamo un vero arcobaleno di diverse culture che non vogliono mescolarsi nel grigio mondialista. Siamo difensori delle differenze e del dialogo interculturale, nel pieno rispetto reciproco e siamo contro la innaturale ideologia della uguaglianza forzata..
Introduzione e quesiti di Antonella Ricciardi; intervista ultimata il 14 marzo 2019