Il reddito di cittadinanza sarà davvero un’ottima misura assistenzialista o un bluff?
Il reddito di cittadinanza nasce con lo scopo di dare sostegno economico a chi non ha fonti di reddito per cui occupandosi delle persone in difficoltà, anche se la teoria è una cosa ma la pratica potrebbe comportare che tale decreto legge fallisca il suo scopo di assistenzialismo. Innanzitutto tutto potrebbe favorire il lavoro in nero non tutelando in tal caso i diritti dei lavoratori onesti rispetto ad alcuni italiani che potrebbero violare la legge cercando di continuare a svolgere la loro professione in modo irregolare. Anche se in base alle ultime notizie del decretone, ossia il testo del decreto legge 4/2019 in corso di conversione in legge, ha introdotto l’assunzione di nuovi agenti della Guardia di Finanza per aumentare i controlli contro i furbetti. Su questa questione dei troppi “furbetti” in Italia, purtroppo, neanche la finanza può fare molto poiché molti italiani continueranno a nascondere i soldi sotto il tradizionale materasso oppure in altre parti della casa. Come sappiamo gli accessi in casa possono essere autorizzati solo dalla Procura della Repubblica se sussistono gravi indizi di evasione fiscale. Forse il rdc aumenterà le truffe allo Stato… Quindi ci sono molte variabili che potrebbero far fallire questo esperimento del sostegno economico alle famiglie più bisognose all’interno di una delicata e dinamica vita sociale dell’Italia. Poi la questione più controversa è quella di affidare la gestione di uno strumento così importante ai Centri per l’Impiego per la ricerca di lavoro, mai decollati a partire dalla loro introduzione, per cui occorreva prima trasformare i Centri per l’Impiego in strumenti di attuazione delle politiche del lavoro e della sua qualificazione, che sono da sempre fondati sul principio d’integrazione tra le politiche e le strategie di crescita. Un fattore poi da non sottovalutare che tale misura per com’è stata concepita potrebbe essere molto costosa per le casse del nostro Stato, che già in questi anni si è ancora indebitato, per cui aumentare l’indebitamento potrebbe peggiorare le condizioni degli italiani e degli stessi che percepiranno il reddito di cittadinanza. Infatti, aumentando le imposte indirette come l’Iva potrebbero farne le spese non solo tutti i contribuenti ma anche le imprese, che si sarebbero dovuto tutelarli meglio applicando minori tasse essendo i veri artefici dell’occupazione. Insomma, il rischio è che invece di creare lavoro si potrebbe far aumentare la disoccupazione. L’unica certezza è che con il beneficio economico del rdc, erogato attraverso una Carta prepagata di Poste Italiane, si potranno pagare i beni indispensabili e necessari alla quotidianità come fare la spesa, pagare le bollette presso gli uffici postali, fare spese mediche, pagare il mutuo o l’affitto senza uso di contanti. Infatti, ogni mese sarà possibile prelevare un massimo di 100 euro per i nuclei familiari composti da un solo componente, elevati in base alla scala di equivalenza stabilita dal decreto legge n. 4/2019. Ad esempio se vi è una famiglia composta da due adulti e un minorenne il massimo importo che si può prelevare è 160 euro al mese fino a un massimo di 210 euro per le famiglie più numerose. La speranza che il reddito di cittadinanza sia una manovra efficace per abbattere la povertà senza che ci siano furbetti che approfittino del sussidio, cumulandolo con un lavoro in nero, anche se le premesse di attuazione non fanno ben sperare nel verso giusto.