Dalla questura l’appello per sconfiggere la “Violenza assistita”
Caserta – C’è un obbligo morale dei vicini di casa, delle maestre o degli insegnati segnalare alla Polizia situazioni di insofferenze di bambini, o adolescenti soggetti alla cosiddetta “violenza assistita”. Lo possono fare nella consapevolezza che il loro allarme non sarà mai trasmesso alle famiglie interessate. Quindi in tutta sicurezza. E’ quanto emerso dal convegno voluto dall’associazione Ande di Caserta e dal Centro studi ed alta formazione maestri del lavoro e che si è tenuto davanti ad una folta platea di soci e persone interessate, presso la sala incontri del Royal hotel.
“L’altra faccia della violenza: La violenza assistita da minori in ambito familiare”. Un tema che ha mirato a far rimuovere certe mentalità e pregiudizi tra le persone, la dove si trovano a constatare situazioni difficili di convivenza nel loro entourage, e che ignorarlo spesso può evitare che raggiunga il peggio.
A fare gli onori di casa sono stati la presidente ANDE Lillina Cicatelli Nuzzi che ha rivolto il saluto a tutti i presenti ringraziandoli per la loro partecipazione e sottolineando che occorre conoscere il fenomeno poiché in questi ultimi anni le violenze domestiche sono purtroppo aumentate.
La Dirigente Scolastica e Presidente della LIDU Adele Vairo ha moderato con maestria e competenza descrivendo brevemente il tema, e riferendosi, in particolare, agli obiettivi della Convenzione di Istanbul del 2011 sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e dei minori.
IL dott. Mauro Nemesio Rossi Presidente del CESAF Maestri del lavoro ha ringraziato i soci delle ANDE per la proficua collaborazione con le Ande che ha un ruolo importate che va oltre ai principi fondativi del lontano 1948.
La vice Presidente ANDE Marisa Mattiello ha voluto promuovere una campagna di sensibilizzazione per aumentare la consapevolezza e la comprensione delle varie manifestazioni di tutte le forme di violenza e delle loro conseguenze sui minori,nonché della necessità di prevenire.
Oltre alla dott.ssa Marta Sabino vice Dirigente della squadra Mobile della Questura di Caserta che ha ampliato il tema illustrando i compiti della polizia giudiziaria e i rapporti con le vittime di reato, mettendo in risalto le difficoltà ad effettuare un intervento immediato. Perché non sempre le vittime di violenza denunciano e spesso si interviene in situazioni di emergenza, sono intervenute anche: a dott. Ssa Concetta Schiavone Psicologa del Centro Antiviolenza “Casa Lorena” Cooperativa EVA soffermandosi su quanto incida psicologicamente la violenza assistita sul minore ed i danni che ne conseguono per i più deboli come ad esempio aggressività, ansia, distacco emotivo, bassa autostima, e l’imparare ad essere violento. L’Avv. Concetta Gentili della Cooperativa Eva e Referente Gruppo Avvocate Civiliste Associazione Nazionale D.i.R.e da parte sua ha puntato l’obiettivo sulle madri vittime di violenza e sulla tutela dei figli. Ha descritto il reato di violenza assistita che occupa diversi ambiti giudiziari quale il Tribunale ordinario penale, il Tribunale per i minorenni,il Tribunale ordinario civile. Questi diversi spazi di competenza sono interconnessi tra di loro come anelli di una catena che se dovesse spezzarsi i primi a pagarne le conseguenze sono i minori che restano spesso vittime inascoltate.