Salviamo Gli Incurabili, salviamo la nostra storia

Ennesimo scempio contro un pezzo importante della storia del Sud, stavolta è toccato alla struttura antica degli Incurabili a Napoli.
Gli innamorati della nostra storia sono tutti invitati a partecipare alla manifestazione di protesta in difesa della struttura stessa che si terrà a breve .
Lo storico ospedale degli Incurabili, fondato nel 1521 da Maria Lorenza Longo che volle tener fede ad un voto fatto quando era vittima di una malattia paralizzante, oltre agli altri pregi, racchiude la notevolissima farmacia settecentesca, realizzata da Bartolomeo Vecchione, che è stata per secoli quasi del tutto intatta; tale gioiello del nostro patrimonio culturale si compone di due sale con l’originaria scaffalatura completamente in legno, sulla quale sono presenti circa 400 preziosi vasi in maiolica dell’epoca, realizzati da Donato Massa.
Oggi assistiamo sgomenti alla fine di tutto ciò!
Purtroppo dopo il crollo avvenuto dieci giorni fa, la notizia che aleggiava da tempo è diventata reale, da domenica scorsa 7 aprile è giunta la comunicazione della chiusura dei reparti chirurgia, urologia, radiologia e il blocco operatorio dell’ospedale degli Incurabili: i vigili del fuoco, allertati dal commissario dell’Asl Napoli 1, hanno difatti per l’appunto avviato il trasferimento di una ventina di pazienti verso l’ospedale del Mare, sgomberando anche una ventina di famiglie che si trovano in una palazzina all’interno del complesso ospedaliero; ma soprattutto è stato inibito da ieri anche l’accesso alla farmacia storica, dopo che si è ampliata la fessura nella chiesa napoletana di Santa Maria del Popolo degli Incurabili, risalente al 1530, dove il 24 marzo scorso è crollata una volta di sostegno del pavimento retrostante l’altare maggiore.
L’incapacità amministrativa tocca così una deriva inqualificabile, nonostante lo stanziamento fondi dato dal progetto UNESCO, approvato da tempo ma mai messo in pratica, come avrebbe già dovuto essere.
Tutto tace mentre un bene culturale così prezioso è caduto in rovina.
Quello che era il complesso officinale e medico più antico d’Europa, quello che forse avrebbe fatto le fortune di qualsiasi città del mondo, sarà smantellato per pericolo crolli e mancanza di fondi per la manutenzione: dal 1860 è uno stillicidio artistico e culturale nei confronti della nostra terra sempre più mortificata e desertificata. Intanto a Napoli molti movimenti e associazioni stanno mobilitando e nobilitando per porre freno a questo depauperamento storico, sociale, morale che l’antica capitale sebezia subisce periodicamente per mano “amica”.
Si legge, su internet, nei vari gruppi identitari, l’invito cittadino, destinato a quanti sentono la necessità di salvaguardare la storia e il territorio che raccoglie i nostri beni più preziosi, a partecipare alla manifestazione: una “chiamata alle armi”non solo dei napoletani ma verso tutti colori che tengono a cuore le sorti del nostro territorio.
L’appuntamento è organizzato presso gli Incurabili, per richiamare l’attenzione delle istituzioni su questo scempio, la data è stata fissata per mercoledì 10 aprile dalle 10.00 alle 13.00.

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