Pena di morte. In Arabia Saudita esecuzione di massa e una persona crocifissa
Trentasette persone sono state messe a morte in un solo giorno, in Arabia Saudita per terrorismo e almeno uno di essi è stato crocifisso in pubblico come esempio. 37 esecuzioni per terrorismo annunciate dall’Arabia Saudita in queste ore, a riportarlo l’Ansa, Avvenire e TPI che citano come fonte un comunicato emanato direttamente il ministero dell’Interno di Riad all’agenzia di stampa statale SPA. Solo nel 2016 vi furono più esecuzioni lla pena capitale, con la cifra di 47 persone condannate a morte. Secondo quanto riporta l’Avvenire, i condannati sarebbero stati giudicati colpevoli di aver “adottato un pensiero estremista”, di aver “appoggiato il terrorismo e formato cellule per colpire e destabilizzare il Paese” e dunque condannati a morte dai tribunali di Mecca, Medina, della provincia centrale di Qassim e della Provincia Orientale, su sentenze corroborate in appello dalla corte suprema e, in ultima istanza, dal re. Secondo quanto scrive l’Agenzia stampa saudita (Spa) una persona è stata crocifissa dopo la sua esecuzione, una punizione non frequente e riservata a reati particolarmente gravi. Il suo corpo è rimasto esposto diverse ore in pubblico. Non è certo di come sarebbero avvenute le esecuzioni. Fonti non certe riportano impiccagione, altre per decapitazione (metodo tradizionale saudita)