Lettera a Matteo Salvini: Si garantisca una seria tutela alle donne e agli uomini “in divisa”
Preg.mo Signor Ministro, Le rivolgiamo un appello in conseguenza dei continui fatti di cronaca che riguardano episodi di aggressione in danno degli appartenenti alla Polizia di Stato e alle altre Forze dell’Ordine. Al di là di alcune frasi di circostanza, peraltro proferite solo raramente, negli anni passati i vari governi che si sono succeduti non hanno mai inteso nemmeno ipotizzare l’adozione di provvedimenti finalizzati a tutelare i Poliziotti ed a rimuovere quel senso di impunità che è oramai diffuso per ciò che concerne i reati commessi in danno delle donne e uomini “in divisa”.
Quanto però è accaduto a Torino lo scorso 21 aprile, il giorno di Pasqua, dove un cittadino extracomunitario, per la seconda volta in un mese, ha aggredito dei Poliziotti e questa volta, con una sbarra di ferro, ne ha ferito uno alla testa e un altro alla mano, ma soprattutto il fatto che la precedente aggressione, verificatasi il 29 marzo, aveva visto il pubblico ministero ordinare l’immediata liberazione dello straniero, seppur questo aveva rifiutato di farsi identificare compiutamente, deve trovare una forte quanto immediata risposta concreta da parte dello Stato.
Sottolineiamo il massimo rispetto per la magistratura nel suo complesso ricordando come la storia del nostro Paese sia segnata dal sacrificio di tanti Magistrati che insieme a tanti Poliziotti hanno donato la loro vita per difendere le Istituzioni Democratiche di questa nostra Italia. Proprio per questo è inaccettabile che accada quello che è accaduto a Torino.
Se pur accogliamo con favore il fatto che il Procuratore capo reggente di Torino, Paolo Borgna, ed il Questore di quella provincia, Giuseppe De Matteis, si siano incontrati “per una serie di riflessioni sui recenti fatti di cronaca relativi alle problematiche di identificazioni di persone arrestate” e che il Procuratore avrebbe diffuso tra i suoi magistrati una circolare con cui ha ricordato la procedura corretta che prevede – nel caso in cui il fermato si rifiuti – di richiedere il trasferimento in carcere per avviare un sistema di rilevamento più lungo ma più efficace, così rispolverando una vecchia circolare dell’ex Procuratore Caselli (che forse era stata dimenticata dal pubblico ministero che il 29 marzo aveva disposto la liberazione dello straniero), in molti, e anche noi, si chiedono cosa avrebbe fatto detto magistrato se fosse stato preso a ceffoni durante una udienza da una persona sottoposta a procedimento penale … se avesse ritenuto tale fatto di particolare tenuità.
Beh, noi lo avremmo ritenuto gravissimo e da punire in modo esemplare così come riteniamo gravissimo quanto accaduto a Torino il 29 marzo e siamo preoccupati che possa accadere nuovamente.
La lotta contro la criminalità non può gravare, neppure per un frangente, sulle spalle dei soli Poliziotti. Solidarietà e vicinanza servono prima e nei fatti, non a parole e dopo che sono accaduti episodi gravi in danno dei Poliziotti.
Lo Stato deve adempiere al proprio obbligo di tutelare gli appartenenti alle Forze dell’Ordine ed il Governo deve introdurre una legislazione che rappresenti una forte volontà di deterrenza nei confronti di chi aggredisce un Poliziotto, un Carabiniere, un Finanziere, etc.. Nei confronti degli aggressori deve essere previsto l’arresto e nessuno dovrà poterne disporre la liberazione, men che meno con una semplice telefonata. Immediata, poi, deve essere la presentazione davanti al giudice per la convalida dell’arresto e il contestuale giudizio … e nessuno sconto di pena o benefici futuri per quei delinquenti che hanno inteso aggredire chi in quel momento sta rappresentando lo Stato.
Signor Ministro, chiediamo un suo urgente intervento in tal senso, a tutela delle donne ed uomini della Polizia di Stato e delle altre Forze dell’Ordine che rischiano quotidianamente la vita per salvaguardare quella degli altri… di tutti gli altri.
Con profonda stima,
Il Segretario Generale del COISP – Domenico PIANESE