inItaly: le meraviglie del Bel Paese

Nonostante il meteo particolarmente bizzarro delle ultime settimane, il lungo ponte di fine aprile ha invogliato gli italiani ad avviare la stagione escursionistica 2019 in attesa, tra negazionismo e chiaro cambiamento climatico, di un convinto arrivo dell’estate. Sole, mare, montagna e natura, come città d’arte e borghi antichi, fanno davvero bene alla nostra salute mentale e fisica, la grande bellezza direbbe qualcuno, ma nella realtà un caotico e omogeneo flusso di persone attirate, come fossero falene, da spot pubblicitari e marketing del viaggio usa e getta. Per riprendersi “dal logorio della vita moderna”, come diceva una famosa e simpatica pubblicità del passato con Ernesto Calindri, potrebbe esser quindi più indicato un momento di riflessione, di consapevole e ponderata scelta della meta per scoprire tradizioni, segreti e tante incredibili storie custodite dalla penisola più famosa al mondo! Son certo che alcuni di voi stanno pensando alla famosa battuta di Totò: “per andare dove dobbiamo andare, (quindi) per dove dobbiamo andare?”. Se permettete, da oggi, vi ci accompagno io. Tra mete note o quasi sconosciute, per non esser più semplici turisti ma estimatori e depositari del proprio territorio. Iniziamo? Buon viaggio a tutti!
Dal cinema alla realtà: Castellabate tra cielo e mare.
La Campania, custode di tante storie e di una variegata offerta turistica che avvolge i visitatori con un abbraccio fatto di mare, montagna, arte ed enogastronomia tipica, si fregia di avere una fascia costiera ricca di bellezze paesaggistiche mozzafiato riconosciute in tutto il mondo anche grazie al potente e sempre presente richiamo della cinematografia nazionale ed internazionale. È il caso, ad esempio, della costa cilentana, di quel tratto che dal Golfo di Salerno al Golfo di Policastro concede ai turisti una visione paradisiaca del mondo grazie ai colori del Cilento, da Agropoli a Sapri passando per Ascea, Capaccio-Paestum, Marina di Camerota o Pollica, amene cittadine che la grande “massa” ha enormemente riattenzionato grazie al clamore mediatico sollevato da eventi cinematografici passati anche e soprattutto da Castellabate e le sue frazioni marine. «Qui non si muore» disse Murat, nel 1811, per esprimere il fascino di una località che dall’alto del suo borgo antico, dov’ è possibile apprezzare la famosa targa, custodisce tesori come il Castello dell’Abate, le antiche porte di accesso, la piazzetta “10 ottobre”, centro focale del film Benvenuti al Sud, e lo straordinario Belvedere di San Costabile dal quale si gode di un panorama talmente sorprendente da poter sciogliere anche il più rigido tra gli uomini. Un luogo così speciale non poteva che ospitare la commedia all’italiana, quel cinema che con battute e risate amare rileva i vizi del popolo italico invitandolo a riflettere su luoghi comuni e nefandezze spesso nascoste nel già citato “logorio della vita moderna”. Benvenuti al Sud, con Siani e Bisio, per la regia di Luca Miniero, ha rinvigorito ancor più le bellezze di questa cittadina di circa 9000 abitanti, madre di stupende frazioni marine, da Santa Maria di Castellabate fino all’altrettanto nota San Marco, con l’intento di far breccia in quel minoritario e serpeggiante razzismo nordico che, ovviamente, spesso scompare dopo aver sperimentato, a mente libera, le bellezze e l’accoglienza delle regioni meridionali ed insulari. Nessuno può o deve negare i problemi che atavicamente affliggono le nostre terre, ma non è giusto vivere di “luoghi comuni” e terroristiche visioni di comunità che, come dice Siani in una riuscitissima battuta del film, fanno piangere due volte: la prima quando si arriva e la seconda quando si è costretti ad andar via. Quando si visita questo scorcio di Cilento non può non colpire il Castello dell’Abate, la spiaggia di Marina piccola a Santa Maria, Torre Pagliarola inglobata nel palazzo Perrotti o le strade incredibilmente strette e belle del borgo antico dove è stato ricreato il set scenografico di Benvenuti al Sud e dove si può toccare con una mano il cielo e con un piede il mare. Abitata già in epoca paleolitica, Castellabate diviene comunità nota nel 1123 quando, il 10 ottobre, inizia la costruzione di un castello su iniziativa dell’Abate Costabile Gentilcore, opera completata dal successore Beato Simeone che assiste anche al rapido ampliamento del caratteristico borgo. Grazie al castello, che si trasforma in motore per lo sviluppo di fiorenti commerci interni e marittimi, Castellabate diventa nel tempo la più ricca baronia del Cilento consegnata, in tutta la sua semplice bellezza, ai tempi moderni attraverso moti carbonari e risorgimentali fino al difficile periodo della Seconda guerra mondiale che frutta, all’oramai matura cittadina cilentana, la Medaglia di Bronzo al Merito Civile perché – «Con generoso spirito di solidarietà umana l’amministrazione comunale e la popolazione locale si adoperarono per dare ospitalità e rifugio a centinaia di sfollati e profughi provenienti da ogni parte del paese, fornendo ogni possibile assistenza alle truppe alleate insediate nella base militare della quinta armata americana. Nobile esempio di abnegazione e di elette virtù civiche» –
Molto semplice raggiungere questa bella località che rientra nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, meno semplice parcheggiare per le intrinseche caratteristiche del borgo e delle sue frazioni marine. Per chi vuole scoprire i colori del tramonto, lo scroscio di acque limpide piene di pace, i sapori di una gastronomia legata al binomio mare-montagna, nonché il verace temperamento dei cittadini locali, personalmente consiglio di vivere Castellabate prima del grande caos estivo. Non ve ne pentirete. Una prova? Guardate lo spettacolare panorama che ho scattato dal Castello, per voi, durante il tour giornalistico nel Cilento. Tra cielo e mare, cari amici, c’è Castellabate che vi aspetta. Buona scoperta a tutti…

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