De Rossi: l’ultimo gladiatore
Corre, incita e lotta fino all’ultima partita di questo campionato a 36 anni da vero capitano con lo stemma della Roma stampato sulla maglia e dentro il cuore. Roma è la sua città, l’ha sempre seguita fin da bambino con il sogno di terminare, sulle orme di Francesco Totti, la sua carriera da calciatore professionista nella sua città, nella sua squadra, nel “suo” stadio che non ha mai lasciato, nemmeno quando le “offerte” erano più remunerative e allettanti. Ha rifiutato club blasonati per la sua città ascoltando il cuore più che le tasche. Eppure De Rossi avrebbe dovuto farlo molto tempo fa quando il suocero fu assassinato li nella sua Ostia dove ha tirato i primi calci al pallone e dove ha ricevuto molte minacce. Altri al posto suo sarebbero scappati il più lontano possibile eppure è rimasto lì scegliendo non la via più facile (la fuga) ma quella più dura e dolorosa (restare e lottare). Ha 36 anni e tanta voglia di fare. Ha nella sua bacheca 1 Scudetto, 2 Coppa Italia, 1 Supercoppa Italiana con la maglia giallorossa onorando anche la maglia della nazionale con la Coppa del Mondo del 2006 e tre medaglie guadagnate con la nazionale under 21 oltre al record di presenze in serie A e nella Nazionale. Sembra l’epilogo di una carriera ormai giunta al tramonto glorioso invece quella fascia di capitano è ancora stretta al suo braccio, le sue grida sembrano ruggiti percepibili in uno stadio, come l’Olimpico, gremito di tifosi e la sua autorità è ben visibile a tutti i “lupacchiotti”. Lotta il capitano come un soldato instancabile e fedele che mostra la maglia sudata ed il risultato ottenuto come un gladiatore scampato alle fiere. Eppure a tradirlo è stata proprio lei, la sua squadra, che dopo la partita vinta per 2 a 0 contro i già campioni d’Italia della Juventus, regala al suo “gladiatore” una proposta che arriva a De Rossi dal sapore amaro, una doccia fredda che blocca la digestione e spegne improvvisamente l’entusiasmo del suo condottiero. La A.S. Roma non rinnova il contratto a De Rossi! Sembra una storia d’amore finita male. De Rossi deve scegliere se continuare a giocare e ricevere un compenso a prestazione oppure un ruolo da dirigente nella società e appendere così improvvisamente le scarpe al chiodo consapevole di avere ancora tanta energia e voglia di lottare, vincere. Termina il campionato ma comincia per De Rossi la battaglia più dura, quella tra il cuore e la mente. Sa che Roma è con lui in attesa del “ruggito” finale dell’ultimo gladiatore.