Il sindaco Ambrosca a tutela degli allevatori bufalini
“Cancello ed Arnone per presenza di capi bufalini (33mila), di aziende (156) e caseifici (14), costituisce, certamente, un punto di riferimento indiscusso del territorio casertano e regionale. Si tratta, in buona sostanza, del segmento che più di ogni altro sostiene e trascina l’economia della provincia e buona parte della regione Campania”.
Inizia così la lettera del primo cittadino Ambrosca che, insieme alla sua squadra e di concerto con l’assessore al ramo Gabriele Di Vuolo, scende in campo a tutela degli allevatori bufalini.
Con un’apposita delibera di giunta del 24 maggio 2019, l’amministrazione comunale non poteva chiamarsi fuori da simile impegno ed ha presentato delle proposte a sostegno del comparto zootecnico-bufalino che, come scrive il sindaco, “è da tempo, ormai, gravato da sofferenze che potremmo definire cicliche e che vanno dall’equazione “bufala uguale camorra”, alla emergenza “Terra dei Fuochi”, con tutte le ricadute negative che si possono immaginare per l’intera filiera. Ciononostante, il prodotto simbolo del territorio, la mozzarella, resiste a questi pesanti contraccolpi che arrivano dai mercati e, con essa, a costo di gravi e, talvolta, estremi sacrifici, resistono le aziende di allevamento. Le ultime “stangate”, in ordine di tempo, ancorché anch’esse annoverino una odiosa ciclicità, sono rappresentate dalla Brucellosi e dalla Tubercolosi. Fenomeni questi che, negli ultimi mesi, ancora una volta, si sono manifestati in tutta la loro incontenibile virulenza. Diverse migliaia i capi abbattuti, centinaia le aziende colpite a scapito e detrimento di un’economia di settore sempre più asfittico e meno credibile. Allo stato, sembra che non sia praticabile altra soluzione, se non quella dell’abbattimento sistematico, per giungere al risanamento nelle stalle e all’eradicazione delle infezioni. Purtuttavia necessita, aldilà delle evidenti contrapposizioni “vaccinazioni si – vaccinazioni no”, un aiuto inteso come lenimento alle sofferenze indicibili degli allevatori, sempre più incerto e timorosi verso il loro futuro. È urgente, cioè, puntellare quella economia che rischia il tracollo, prodromico all’estinzione.
La proposta in tre punti:
1. corresponsione del mancato reddito alla stalla, in ragione di una congrua somma per ogni capo abbattuto;
2. Sostegno economico alla stalla che ha subìto il blocco dell’attività, causato da infezione brucellare e tubercolare, per un periodo idoneo, onde consentire all’intero territorio circostante, di risanare i focolai di infezione, prima del ripopolamento della stalla colpita dalla zoonosi;
3. Rendere maggiormente tempestiva la corresponsione degli indennizzi, al fine di ridurre, il più possibile, l’enorme lasso temporale intercorrente tra l’abbattimento e l’effettivo indennizzo”.
Un’iniziativa resasi necessaria per il sindaco Ambrosca, determinato a fare fronte comune a tutela degli allevatori e delle realtà produttive sane del territorio.
Elisa Cacciapuoti