Togliere all’estrema destra la sua arma più potente: la disinformazione

La disinformazione è fatale per la democrazia, ed è l’arma segreta dell’estrema destra. Ovunque abbiano vinto nel mondo, i social network ne erano inondati. L’unico modo per fermarla davvero è che i più potenti governi facciano pressione o mettano delle regole per le grandi compagnie come Facebook e YouTube. Ma c’è una sola forza globale che ancora non è caduta in mano a politici sostenuti proprio dalla disinformazione. L’Europa. Se dovesse succedere, sarebbe dura continuare a sperare nella democrazia.
Per questo ci siamo lanciati in un’impresa mai provata prima: creare una squadra specializzata di “elfi” contro i “troll”, per investigare sulla disinformazione, ed eliminarla. Pagina dopo pagina, profilo falso dopo profilo falso, con il sostegno di migliaia di donatori e oltre 80mila volontari!
Dal nostro quartier generale a Bruxelles, i nostri 30 elfi hanno scoperto ciò che era sfuggito a 30mila amministratori di Facebook: enormi reti di disinformazione che riempivano senza sosta l’Europa di bugie tossiche. Abbiamo inviato a Facebook oltre 700 pagine di analisi dettagliate, mostrando come queste reti funzionano, si coordinano, e utilizzano profili falsi per ingannarci.
E non ci siamo limitati a scovarle. Le abbiamo fatte chiudere! In Spagna, Italia, Polonia, Paesi Bassi, Regno Unito, Francia e Germania. Ovunque ci dirigessimo, arrivavano i risultati. In totale, Facebook ha chiuso reti che raggiungevano fino a 3 MILIARDI di visualizzazioni in un solo anno!! Una media assurda di oltre 20 volte per ogni singolo cittadino europeo.
“Nessun gruppo di vigilanza e fact-checking sulla disinformazione aveva avuto un tale impatto.” – Analista di Facebook
Alla fine, i principali esponenti politici, i giornalisti e gli esperti di sicurezza dell’UE venivano da noi ogni giorno per ricevere informazioni e aggiornamenti, e Facebook ci ha ringraziato pubblicamente. Avaaz è ora l’epicentro della lotta globale contro la disinformazione.
E il nostro lavoro è stato raccontato in tutto il mondo, dalla prima pagina del Guardian, a quella del New York Times, a Le Monde, Der Spiegel, El Mundo e praticamente tutti i giornali italiani — allertando centinaia di milioni di europei della minaccia della disinformazione in vista delle elezioni.

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