La supplica di Trump
Il Presidente degli Stati Uniti d’America, arrivato, nella giornata di ieri, al n. 10 di Downing Street, per la parte politica del suo viaggio in Gran Bretagna, è stato accolto dalla Premier Theresa May su di un tappeto rosso, con un programma di colloqui allargati, anche, alle reciproche delegazioni.
Fra i temi più caldi, la Brexit, l’Iran ed il caso Huawei-5G. Ha fatto seguito un incontro con i media. Poi, Donald Trump e la consorte Melania sono rientrati a Winfield House, residenza dell’Ambasciatore USA, dove in serata hanno rivisto il Principe Carlo e Camilla, per un ricevimento con cena.
Trump ha sollecitato la May a non lasciare il suo incarico a Downing Street, così da poter concludere l’accordo commerciale con gli Stati Uniti. Lo ha riferito la stampa britannica, sottolineando l’espressione colloquiale “stick around” (restare in zona), con la quale il Presidente USA le si è rivolto. “Credo che avremo un accordo commerciale molto, molto sostanzioso”, ha detto il Capo della Casa Bianca, durante un “meeting” con gli imprenditori, a St. James’ Palace. “Theresa, resta in zona e facciamo questo accordo!”. La May ha concordato che “ci sono enormi possibilità in futuro, per Londra e Washington, di lavorare insieme, quando il Regno Unito sarà uscito dall’Unione Europea”. Ed ha aggiunto: “C’è una grande partnership che credo potremmo far progredire ulteriormente. Naturalmente, con un buon accordo commerciale bilaterale!”.
Nel corso della conferenza stampa, a fianco di Donald Trump, Theresa May ha, però, detto di considerare l’accordo, il modo migliore per realizzare la Brexit, rivelando che effettivamente il Presidente americano le aveva consigliato di fare causa a Bruxelles, ma di aver preferito la strada della conciliazione. La Premier ha anche rifiutato, con una battuta, l’invito rivoltole di ritirare le proprie dimissioni: “Bel tentativo, ma sono una donna di parola!”.
Sadiq Khan, Sindaco di Londra, ha controreplicato a Trump e lo ha definito come “il poster boy”, il modello, dell’estrema destra mondiale e come un leader dalla visione politica “ripugnante”, ostentata in Paesi come l’Ungheria, l’Italia o la Francia. Il Sindaco laburista di Londra, figlio di immigrati pachistani, ha colto l’occasione di un’intervista alla BBC, per rilanciare la polemica con il Presidente USA, a cui lui aveva dato del “fascista” e che aveva, a sua volta, risposto via Twitter, chiamandolo “perdente totale” e sbeffeggiandolo per la bassa statura.
La nuova versione del “Baby Trump” (il gigantesco pupazzo gonfiabile che prende in giro il presidente degli Stati Uniti) ed un enorme robot, sono apparsi nelle proteste di Londra, contro la visita di stato dell’inquilino della Casa Bianca. Una squadra di attivisti ha finito di gonfiare, ieri, l’enorme e irriverente manufatto, a Parliament Square, un’ora prima dell’inizio ufficiale della manifestazione, organizzata dal gruppo “Insieme contro Trump” a Trafalgar Square, da dove il corteo ha poi marciato verso Downing Street. Il robot gigante mostra Trump in giacca, cravatta e cappellino sulla testa, dalle dimensioni spropositate, seduto sul water intento a twittare, mentre da un altoparlante era possibile ascoltare frasi celebri del presidente, come il suo richiamo alle “Fake News” o “«Sono un genio stabile”.
Tra l’altro, è intervenuto anche il leader laburista, Jeremy Corbyn, che ha parlato ai manifestanti, “per mostrare solidarietà a coloro che Trump ha attaccato negli Stati Uniti, in tutto il mondo e in questo Paese”.
Imponente, inutile dirlo, il servizio d’ordine predisposto da Scotland Yard, con misure di sicurezza già sperimentate per la visita dell’anno scorso, quando furono mobilitati circa diecimila agenti.