Antichi mestieri e professioni in Campania: ‘O Scarparo, ‘O Mbrellaro, la Vammano….
È bello ogni tanto fermarsi e fare un viaggio nel passato, alla scoperta della nostra identità e mantenere sempre forti e salde le nostre radici. Ci sono lavori che ormai sono praticamente scomparsi, ma sono stati molto importanti e fondamentali. Se ad un bambino di 50 – 60 anni fa, ma anche di più, facevi la fatidica domanda “Che lavoro vorresti fare da grande?”, lui poteva risponderti: ‘O Scarparo, ‘O ‘Mbrellaro, La Vammano, ‘O Chianchiere, ‘O Munnezzaro, ‘A Stiratrice, ‘O Rammariello e tanti altri. Sono tutti lavori che in Campania sono nati, morti, trasformati ed evoluti. Alcuni sono diventati celebri anche grazie a film come lo scrivano, con la famosa scena nel film “Miseria e Nobiltà”, mestiere interpretato da Totò che doveva garantirgli il mantenimento suo e della sua famiglia. Nei periodi in cui la stragrande maggioranza della popolazione era analfabeta chi invece era più istruito scriveva lettere su commissione, quando ancora non esisteva il telefono e il metodo epistolare era uno dei pochi mezzi per comunicare a distanza. Celebre è anche lo scarparo, quello che oggi chiamiamo calzolaio, che costruiva scarpe su misura e per averle c’era bisogno di aspettare una settimana. Colei che lavorava la maglia invece era chiamata la scosamaglia, che in realtà non era un vero è proprio mestiere ma si trattava di donne che realizzavano indumenti a figli e mariti, che invece lavoravano nei campi. Il materazzaro lavorava stoffe e lane per poter confezionare i materassi, la vemmana invece era la tipica levatrice che aiutava le donne a partorire, il cacciavino vendeva il vino di casa in casa…. Questi sono solo alcuni dei lavori di un tempo, ed è bello e importante venirne a conoscenza per capire come si viveva una volta, perché il passato non deve essere dimenticato ma anzi deve essere tramandato alle generazioni future.